Scuola

Modena, rappresentante d’istituto sospeso per aver criticato la preside: “La nostra libertà d’espressione viene attaccata”

Je suis Damiano“. Sono queste le parole che si leggono sugli striscioni degli studenti dell’Ites Barozzi di Modena, impegnati in un sit-in di protesta. I giovani manifestano contro il provvedimento che ha colpito un compagno del quinto anno, anche in quanto rappresentante d’Istituto: dodici giorni di sospensione dalle lezioni per aver criticato la preside durante uno sciopero con un’intervista alla Gazzetta di Modena in merito ai problemi vissuti nell’istituto. L’antifona è chiara: gli studenti rivendicano la libertà di parola. “La nostra libertà d’espressione viene attaccata”, dicono. E all’Ansa Damiano racconta: “Pensano che io non abbia sbagliato, tanto che furono loro i primi a convincermi a parlare con la stampa durante la manifestazione di novembre. Provo soddisfazione da una parte, ma anche delusione“.

In occasione dell’iniziativa di protesta che ha poi portato alla sospensione del ragazzo, Damiano aveva elencato una serie di criticità inerenti la vita scolastica del Barozzi, descrivendo un clima di sfiducia della dirigenza nei confronti dei ragazzi. Tra i vari problemi individuati dal rappresentante, veniva sottolineato quello dei viaggi d’istruzione: nonostante si tratti di un Istituto Tecnico Economico con ore in più per lo studio delle lingue, secondo quanto riferito da Damiano la scuola non organizza gite scolastiche. “Ho riflettuto molto su quello che ho detto quel giorno, ne ho parlato con i miei genitori, con l’avvocato. Credo di aver riportato fatti realmente accaduti e penso di avere avuto ragione e di aver detto la verità. Quindi non c’è nulla che non ridirei“, racconta ancora il ragazzo. E conclude: “I miei professori capiscono la mia situazione e cercano di aiutarmi e supportarmi. I miei compagni mi stanno dimostrando anche una grande amicizia e affetto. Questa è una delle motivazioni che mi porta a battermi per la verità a testa alta”.

“La natura intimidatoria di tale provvedimento racchiude in sé un messaggio molto pericoloso, mettendo in discussione il diritto alla libertà di espressione che tanto l’Università, quanto la Scuola pubblica di ogni ordine e grado devono senza alcun limite garantire ai membri della Componente Studentesca”, afferma in un comunicato l’Udu (Unione degli universitari) di Modena. “Tutte le studentesse e tutti gli studenti, nella fattispecie quando ricoprono ruoli di Rappresentanza di stampo politico e non, hanno il pieno diritto di esprimere le proprie opinioni, di manifestare e di essere ascoltati senza il rischio di subire provvedimenti punitivi come quello in oggetto”.

Intanto, Alleanza verdi e sinistra ha presentato un’interrogazione al ministro Valditara per fare chiarezza sull’episodio. “Sono stato informato, mi hanno chiesto materiale che ho fornito, ci ha fatto molto piacere – sottolinea l’avvocato Stefano Cavazzuti, che assiste lo studente da quando la famiglia ha deciso di impugnare la sospensione – L’interessamento del ministero può essere importante perché noi crediamo nella scuola, in quell’istituto in particolare dove Damiano ha passato una parte importante della sua vita”. E sul caso si è espressa anche la Flc Cgil Modena, il sindacato dei lavoratori della conoscenza. Damiano a giugno dovrebbe sostenere l’esame di Stato, e ora teme che la sospensione possa influire: “E’ molto importante il comportamento che lo studente tiene l’ultimo anno di scuola, quindi più che mai una sospensione di quella portata in quinta superiore danneggia molto e mette anche a rischio l’ammissione all’esame. Mi preoccupa perché l’esito dell’esame è il passaporto per il mondo del lavoro e l’università”.