Slitta al 15 febbraio il voto sulla mozione di revoca nei confronti del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, presentata alla Camera dal Movimento 5 stelle (e firmata anche da esponenti del Pd e dell’Alleanza Verdi-Sinistra) dopo le inchieste del Fatto e di Report sulle sue attività incompatibili con l’incarico di governo e, soprattutto, sul presunto riciclaggio di un quadro del Seicento rubato. Deliberando a maggioranza, la Conferenza dei capigruppo ha rinviato di due settimane la discussione, prevista all’ordine del giorno di oggi: si voterà, probabilmente, lo stesso giorno in cui dovrebbe concludersi l’istruttoria aperta dall’Antitrust sulla legittimità delle conferenze a pagamento (almeno 33 in nove mesi, per trecentomila euro di compensi) tenute dal sottosegretario nei mesi scorsi. Per quanto quello scandalo sia stato ampiamente oscurato dalle successive notizie sul quadro (la “Cattura di San Pietro”, trafugato in Piemonte nel 2013 e riapparso nel 2021 in una mostra del critico) una decisione favorevole dell’Autorità potrebbe fare da salvagente alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, consentendole di non cacciare il sottosegretario dalla poltrona (o almeno di non farlo subito).

La mozione, infatti, chiede alla premier di “avviare immediatamente le procedure di revoca” dell’incarico a Sgarbi, che secondo i firmatari è responsabile di “una condotta grave, uno sfacciato abuso del potere, una violazione dei doveri non compatibile con il decoro e la decenza delle istituzioni repubblicane”. La discussione generale è iniziata lo scorso 22 gennaio, ma al voto si arriverà quasi un mese dopo. “Si nascondono per sperare nel pronunciamento dell’Antitrust e sfuggire al giudizio politico. È inammissibile che il governo Meloni trovi il tempo per parlare del pandoro della Ferragni e non di votare una revoca per un sottosegretario che è accusato di avere a che fare con il furto di un quadro, che augura la morte ai giornalisti e si sbottona i pantaloni in tv”, attacca il capogruppo del M5s Francesco Silvestri (video), riferendosi alle performance di Sgarbi immortalate nell’ultima puntata di Report. “La maggioranza va avanti a colpi di rinvii sperando che siano altri a decidere le sue sorti. Dopo Santanchè e Delmastro prosegue la difesa a oltranza di chi mette in imbarazzo il Paese“, sottolinea la deputata dem Irene Manzi, firmataria della mozione e perciò insultata dal sottosegretario in un video pubblicato sui social nei giorni scorsi.

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