Il 14 giugno scorso alla guida di un suv Lamborghini travolse una Smart a Casal Palocco uccidendo un bimbo di cinque anni che era a bordo assieme alla madre e alla sorellina, rimaste ferite. Ora Matteo Di Pietro, il ventenne legato al collettivo youtuber dei Theborderline, ha patteggiato una condanna a 4 anni e 4 mesi.
La pena, per i reati di omicidio stradale aggravato e lesioni, è stata ratificata dal gip di Roma. A Di Pietro sono state riconosciute le attenuanti generiche.
Lo scorso 22 giugno il giudice per le indagini preliminari aveva disposto gli arresti domiciliari per Di Pietro, sottolineando tra l’altro che il giovane stesse andando a oltre 120 chilometri orari e che le telecamere utilizzate per i video da pubblicare su YouTube siano sparite. Sulla sparizione delle riprese è stata tra l’altro aperta un’altra indagine: a bordo del Lamborghini, infatti, erano presenti fra Gaia Nota, Ramon Vito Lo Iacono e Simone Dutti. Amici del ventenne e alcuni a loro volta youtuber. Di Pietro, scriveva il giudice, aveva noleggiato il Suv Lamborghini con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h”. Di Matteo era anche risultato positivo ai cannabinoidi.
Le accuse nei confronti di Di Pietro, presente in aula, sono di omicidio stradale aggravato e lesioni perché “per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia” e ”inosservanza delle norme sulla circolazione stradale avendo tenuto una velocità eccessiva (di circa 120 Km/h) su via Di Macchia Saponara in rapporto al limite imposto (50 km/h) e – secondo il capo di imputazione – comunque non adeguata alle caratteristiche e alle condizioni della strada urbana percorsa ed all’approssimarsi ad una intersezione, non riusciva ad arrestare tempestivamente il veicolo ed andava a collidere travolgendola contro la parte laterale destra della Smart For Four che proveniva dal senso opposto di marcia ed aveva intrapreso, quando la Lamborghini era a circa 90 metri di distanza, una svolta a sinistra su via Archelao di Mileto, e così cagionava la morte” del bambino e “lesioni personali” alla madre e alla sorellina della vittima.