Politici scansafatiche? Non sia mai. Quando tra Montecitorio e Palazzo Madama si mettono in testa una cosa, la facilità con cui la ottengono va contro ogni pregiudizio. È il caso della proposta di legge della Lega di modifica della 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio). In altre parole: la legge sulla caccia. Il testo a prima firma Francesco Bruzzone è stato incardinato in commissione Agricoltura due settimane fa e ora si va avanti come se non ci fosse un domani, tanto che la scadenza per depositare gli emendamenti è stata fissata entro lunedì 5 febbraio. Il Carroccio e il centrodestra vogliono cambiare la legge (favorendo i cacciatori, qui tutti i dettagli) e così si va avanti speditissimi. Quanto? Quanto basta per sventolare il risultato ai propri elettori prima delle Europee.
Così in questi giorni alla maggioranza è toccato ascoltare le associazioni ambientaliste. Che, manco a dirlo, hanno definito la proposta di legge “incostituzionale e contraria alle norme europee, va ritirata“. Nel video vi proponiamo parte dell’intervento di Domenico Aiello, avvocato e responsabile tutela giuridica della natura per il Wwf. Le associazioni (Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro Natura e Wwf Italia) chiedono che la pdl di Bruzzone venga ritirata perché “prosegue nella strada della deregulation venatoria selvaggia operata negli ultimi mesi dal governo e dal Parlamento, e mette in serio rischio la sopravvivenza di molte specie selvatiche che, in caso di approvazione, saranno nel mirino delle doppiette 7 giorni su 7, senza tregua e senza alcuna possibilità di sottrarsi alle fucilate dei cacciatori. Ma la proposta di legge del deputato leghista è anche uno schiaffo all’Europa e alla nostra stessa Costituzione, il cui articolo 9 recentemente novellato cita espressamente la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali”.
Molti gli articoli contestati dalle associazioni durante l’audizione, a partire da quello che prevede la possibilità di sparare tutta la settimana, abolendo di fatto quelle giornate di silenzio venatorio che per migliaia di animali rappresentano una fondamentale, per quanto limitata, tregua dalle fucilate. Definita “scandalosa” l’ipotesi di non sospendere più la licenza a chi è condannato in via definitiva per il reato di caccia di frodo. Altro grave obiettivo, invece, è quello di riconoscere un vero salvacondotto a quelle regioni che, più o meno intenzionalmente, dovessero approvare calendari venatori “illegittimi”. La pdl propone infatti che tali calendari siano e emanati come provvedimento legislativo regionale (per di più con validità quinquennale) e non più come atto amministrativo stagionale . “Ciò significa che nel caso in cui vi fossero violazioni normative, i calendari non potrebbero più essere impugnati, ed eventualmente sospesi in via cautelare dai TAR.” Sotto accusa sono finiti anche gli articoli che, di fatto, finiscono per depenalizzare e liberalizzare i traffici degli uccelli imprigionati e sfruttati come richiami vivi, vanificando la tracciabilità degli animali. «Oggi possono essere usati come richiamo soltanto gli esemplari allevati, non quelli catturati in natura. È evidente che eliminare la tracciabilità tramite anelli metallici inamovibili – spiegano Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro Natura e Wwf Italia – non permetterà di distinguere tra un richiamo allevato e uno fraudolentemente catturato in natura”.
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