La Catalogna è a secco, le riserve idriche sono sotto il 16% della loro capacità e le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza in 202 comuni, compreso Barcellona, per un totale di quasi 6 milioni di abitanti interessati. La siccità sta colpendo così forte che, pur essendo solo febbraio, scatteranno restrizioni all’uso dell’acqua anche nelle abitazioni private da venerdì 2. Nessun cittadino e attività commerciale potrà utilizzarne più di 200 litri al giorno, oltre a una serie di misure che riguardano attività ricreative, industriali e agricole. È la fase peggiore di un’emergenza che va avanti dal novembre 2022 e ora tocca anche i consumi domestici.

“Peggiore crisi di sempre, una prova come il Covid” – L’emergenza si estenderà a Barcellona, ​​Girona e ad altri 200 comuni, che si aggiungeranno ai 37 di Girona e Tarragona, dove le misure erano già entrare in vigore e riguardavano il divieto di annaffiare i giardini, lavare l’auto o riempire piscine. “Si tratta della peggiore emergenza che abbiamo mai visto da quando esistono le misurazioni”, ha detto il presidente della Generalitat Pere Aragonès spiegando che la crisi climatica “ci sta mettendo alla prova come nella pandemia”. Lo stato di riempimento degli invasi è al 15,8% e nel medio termine non sono previste precipitazioni in grado di ristabilire un minimo di riserve.

Duecento litri a testa (una doccia ne consuma 100) – Il governo centrale della Spagna sta iniziando a pensare anche a misure come la possibilità di trasferire acqua da altri territori, qualora la siccità in Catalogna dovesse durare anche nei prossimi mesi. Una situazione simile si verificò nel 2008, quando venne trasportata via mare prima dell’estate dalle isole Baleari e da Murcia. Da venerdì 2 la regione sarà in “emergenza 1” che prevede consumi idrici per singolo abitante pari a 200 litri al giorno. Se la situazione dovesse peggiorare, probabilmente già la prossima estate, esistono altri due step che prevedono l’abbassamento della soglia prima a 180 e poi a 160 litri. Per dare un’idea, secondo l’Oms, una doccia standard consuma 100 litri.

Possibili tagli orari delle forniture – Nell’agricoltura è prevista una riduzione dell’irrigazione pari all’80%, negli allevamenti la soglia è stata fissata al 50 per cento e nelle industrie al 25. Restrizioni anche per piscine e centri sportivi, con questi ultimi che non potranno più utilizzare le docce se la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi. Per i comuni che supereranno i volumi medi previsti sono state fissate delle sanzioni, già scattate in due paesi vicino a Girona. E ai comuni è stata anche data la facoltà di ridurre la pressione delle erogazioni o prevedere tagli orari delle forniture.

Restano riserve per 15 mesi – “Non avevamo mai affrontato una siccità tanto prolungata, senza pari da quando esistono i rilevamenti pluviometrici: da tre anni non piove quanto ci sarebbe bisogno in Catalogna”, ha spiegato in conferenza stampa Aragones, affiancato dal consigliere di Azione Climatica, David Mascort. Nemmeno le ultime scarse piogge sono riuscite infatti a compensare le riserve idriche prosciugate nei due bacini delle conche interne che alimentano il sistema Ter-Llobregat, dove restano riserve solo per i prossimi 15 mesi.

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