Sono state respinte dalla Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aia la maggior parte delle accuse presentate dall’Ucraina contro la Russia relative al finanziamento ai “terroristi” filorussi nell’Ucraina orientale e alle possibili discriminazioni della minoranza tartara e ucraina e della popolazione multietnica in Crimea, regione che è stata annessa nel 2014. Per quest’ultimo caso la corte ha ritenuto che la Russia non abbia adottato misure sufficienti per consentire l’istruzione in lingua ucraina. Il caso risale al 2017 quando l’Ucraina accusò la Russia davanti alla Corte di essere uno “Stato terrorista” e nei prossimi giorni la stessa Corte si pronuncerà in un altro caso sull’invasione russa iniziata due anni fa.

Secondo la Corte la Russia ha violato due articoli di trattati internazionali: uno sul finanziamento al terrorismo e l’altro sull’eliminazione della discriminazione razziale. Inoltre, riconosce anche che ha violato un’ordinanza della corte quando ha avviato l’invasione dell’Ucraina, due anni fa. Ma ha anche respinto numerose accuse di Kiev, come la richiesta di risarcimento per gli attacchi dei ribelli filorussi, e anche il ruolo di Mosca nell’abbattimento del volo 17 della Malaysia Airlines il 17 luglio 2014 e alla successiva morte delle 298 persone a bordo. La Russia ha sempre negato ogni responsabilità nell’abbattimento del volo della Malaysia, anche se nel 2022 un tribunale olandese ha condannato all’ergastolo due russi e un ucraino filo-russo per il presunto ruolo svolto nell’attacco.

L’accusa dell’Ucraina riguardava le forze filo-russe che “hanno attaccato i civili come parte di una campagna di intimidazione e terrore. Il denaro e le armi russi hanno alimentato questa campagna”. Secondo la corte, e i termini della Convenzione internazionale sul finanziamento del terrorismo, però possono essere considerati come sostegno e finanziamento al terrorismo solamente i trasferimenti di denaro e quindi “non include i mezzi utilizzati per commettere atti di terrorismo, comprese armi o campi di addestramento”. Poi il tribunale prosegue che “di conseguenza, la presunta fornitura di armi a vari gruppi armati operanti in Ucraina non rientra nell’ambito materiale della Convenzione internazionale per la repressione del finanziamento del terrorismo (Icsft)”.

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