Un nuovo capitolo si aggiunge alle vicende finanziarie di La Perla Manufacturing Srl, l’azienda bolognese della lingerie di lusso. Il tribunale di Bologna ha dichiarato lo stato di insolvenza. Il giudice delegato è Maurizio Atzori e sono stati nominati commissari giudiziali gli avvocati Francesco Paolo Bello, Francesca Pace e Gianluca Giorgi, ai quali è stata trasferita la gestione dell’impresa. Parte così la fase di osservazione al termine della quale sarà decisa l’apertura dell’amministrazione straordinaria o la liquidazione giudiziale. La sentenza è stata emessa oggi in Camera di consiglio, pochi giorni dopo l’apertura della liquidazione giudiziale per La Perla Global Management Uk.

Il Tribunale di Bologna nei gironi scorsi aveva dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale de La Perla Global Management Uk Limited, la società proprietaria del marchio e di tutti gli asset de La Perla nel mondo e basata a Londra, nonostante quasi tutti i dipendenti siano a Bologna. La decisione seguiva il sequestro della società il 12 gennaio (il marchio era stato sequestrato a dicembre). La liquidazione giudiziale è la procedura che, col nuovo codice della crisi, ha sostituito il fallimento. La società è in liquidazione anche nel Regno Unito e per scongiurare la vendita degli asset il Tribunale aveva optato per il sequestro il 12 gennaio.

Una situazione inedita: la Brexit impedisce l’applicazione della disciplina transfrontaliera e intanto in Italia è entrato in vigore il nuovo codice della crisi. “La procedura – hanno dichiarato nei giorni scorsi i sindacati- non rappresenta il “capolinea della società La Perla, in quanto il provvedimento non pregiudica in alcun modo la possibilità di successiva estensione di amministrazione straordinaria anche a La Perla Management Uk, che potrà avvenire solo successivamente all’ammissione in amministrazione straordinaria di La Perla Manufactoring”.

I sindacati e i loro rappresentanti, il 19 gennaio, avevano chiesto l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria, ma mancavano i requisiti perché, tra le altre cose, l’azienda ha meno di 200 dipendenti. Requisito rispettato dalla controllata bolognese La Perla Manufacturing, su cui il Tribunale non si era ancora espresso.

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