A meno che non viviate in una caverna in cima a una montagna, avrete sicuramente notato la campagna di denigrazione che è in corso da almeno un anno contro le auto elettriche. E’ una serie continua di leggende assurde. Con l’auto elettrica non si può andare a visitare la zia moribonda, e poi le auto elettriche prendono fuoco facilmente oppure, come va di moda ora, le auto elettriche non funzionano quando fa freddo. Sono tutte balle, o perlomeno esagerazioni. Ma è un bombardamento mediatico che ha avuto un certo successo nel condannare l’Italia a essere il fanalino di coda fra i paesi occidentali nella diffusione dei veicoli elettrici.
Ma come mai questo accanimento? Semplice: le auto elettriche sono una pistola puntata al cuore dell’industria petrolifera.
Facciamo un po’ di conti. Secondo l’Iea, ogni anno circa 4mila miliardi di dollari vanno a finire nelle casse dell’industria petrolifera, ovvero circa il doppio dell’intero Pil italiano. Una frazione di questi ritorni deriva dalle vendite di gas naturale, ma principalmente viene dal petrolio. Quest’ultimo va a finire perlopiù in combustibili liquidi: benzina, cherosene, gasolio, eccetera. Anche se solo qualche percento del parco veicolare attuale viene elettrificato, sono decine di miliardi di dollari che vanno in fumo nel mercato del petrolio, e questo sta già succedendo. Se poi i veicoli elettrici si impongono nel sistema di trasporto globale, è la fine dell’industria petrolifera.
E’ inevitabile che succeda prima o poi. Vi ricordate una cosa che disse Yamani, il ministro del petrolio dell’Arabia Saudita? “L’età della pietra non è finita perché finirono le pietre; lo stesso l’era del petrolio non finirà perché finisce il petrolio”. Yamani aveva capito bene molte cose. Il petrolio non è finito, ma l’industria petrolifera è schiacciata fra due tendenze che la stanno mettendo fuori mercato. Una è lo sviluppo di tecnologie migliori e più efficienti di quelle dei motori termici, l’altra quella dei costi crescenti per mantenere la produzione petrolifera attuale strizzando al massimo le riserve rimaste. Per non parlare dei problemi e dei costi causati dall’inquinamento, incluso il riscaldamento globale. In sostanza, il petrolio deve sparire.
Ma non ci possiamo aspettare che la lobby del petrolio la prenda bene, come nemmeno devono averla presa bene quelli che scheggiavano la selce nel Neolitico quando si sono trovati rimpiazzati dalla metallurgia. Quindi, piuttosto che perdere decine di miliardi e poi sparire, vale la pena per l’industria spendere qualche milione per un’operazione di disinformazione diretta contro i veicoli elettrici. A lungo andare non servirà a niente, ma per il momento si sta rivelando abbastanza efficace.
Purtroppo, il pubblico non è abituato a valutare criticamente quello che gli arriva dai media, e molti sembrano credere che qualcosa deve essere vero se “lo hanno detto al tg”. All’opposto, molti sono arrabbiati per le molteplici balle che i nostri leader ci hanno raccontato negli ultimi anni e non credono più a nulla che venga da fonti “ufficiali”. Paradossalmente, non si rendono conto che sono proprio le forze “ufficiali” che stanno cercando di imbrogliarci ulteriormente con la denigrazione dei mezzi elettrici.
Allora, comunque vediate le cose, suggerisco di non dar retta alle stupidaggini che ci stanno raccontando. Le auto elettriche hanno i loro difetti, certamente. Ma sono una tecnologia che funziona e che ha l’enorme vantaggio di non dipendere dal mercato petrolifero globale. Sono la nostra possibilità di mantenere una certa mobilità pulita e a costi ragionevoli in un mondo dove i motori termici sono ormai una tecnologia obsoleta che ci sta creando danni enormi per via dell’inquinamento che genera. Pensateci sopra.