Un 22enne originario della Guinea è stato trovato morto questa mattina intorno alle 6:00 nel Centro per migranti (Cpr) di Ponte Galeria a Roma. Il ragazzo è stato trovato impiccato con un lenzuolo a una grata. Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato San Paolo. Sono state acquisite le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza del centro. Stando alle prime ricostruzioni, si tratta di un suicidio. Dopo il ritrovamento del cadavere del 22enne, è aumentata la tensione all’interno del Cpr. I disordini sono cominciati già in mattinata, mentre nel pomeriggio alcuni detenuti nella struttura hanno tentato di sfondare una porta in ferro, lanciato sassi contro il personale e tentato di incendiare un’auto. Sul posto la polizia è intervenuta con il lancio di lacrimogeni per placare la protesta: ora la situazione, scrive l’Ansa, è tornata alla normalità.
“Vengo a conoscenza di un’ennesima morte nel Cpr di Ponte Galeria”, afferma ai microfoni de LaPresse la senatrice Ilaria Cucchi, vicepresidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama. “Mesi fa feci un esposto alla procura di Roma, proprio su quella struttura, dopo averla visitata con una telecamera nascosta. Depositai l’esposto e le immagini video sulle condizioni del centro che avevo raccolto. Venni poi ascoltata dal magistrato e non ho ebbi più notizie. Invito la procura di Roma a fare chiarezza su quanto avvenuto questa notte e in generale sulle condizioni di vita in quel Cpr. Perché queste morti non devono più accadere”, conclude la senatrice Cucchi.
Il Pd: “Il Cpr va chiuso”. Il racconto del deputato Magi
“Siamo tutti convolti per la morte del ragazzo. È tutto surreale. Le condizioni sono pessime. Il Cpr di Ponte Galeria va chiuso. L’avevamo già visitato a fine luglio e avevamo denunciato le condizioni terribili. L’episodio di questo ragazzo suicida deve mettere la parola fine su questo Cpr”, afferma la senatrice del Pd Cecilia D’Elia. La senatrice dem ha visitato il centro dopo aver parlato con la dirigenza, i detenuti, gli infermieri e le forze di polizia insieme al deputato e segretario di +Europa, Riccardo Magi. Il 22enne ritrovato morto, spiega Magi, “era arrivato qualche giorno fa dal Cpr di Trapani, dove era stato dalla metà di ottobre. Venerdì era stato visto disperato da alcuni operatori. Piangeva, riferiva che voleva tornare nel suo Paese perché aveva lì due fratelli piccoli di cui occuparsi, altrimenti avrebbero sofferto la fame. Era affranto, disperato per questo. Ha lasciato sul muro un ritratto di sé stesso, con sotto un testo in cui ha scritto che non resisteva più e sperava che la sua anima avrebbe risposato in pace. Da altri detenuti del settore 5 del Cpr è stato visto pregare intorno alle 3 e poi, poco prima della 5, è stato visto impiccato alla cancellata esterna del reparto”.
“A partire da stamattina – aggiunge il deputato – c’è stata agitazione con azioni di protesta, prima placate e poi riprese di nuovo con lancio di sassi e utilizzo degli idranti. Ora c’è una fase di protesta molto forte. I detenuti ci hanno parlato delle condizioni infernali che si vivono in questo centro, da un punto di vista sanitario, d’igiene e di alimentazione. Molti compiono atti di autolesionismo: quello che è più frequente è che si fratturano gli arti, le caviglie o le gambe, in modo da essere portati via per essere medicati”. Magi conclude: “Sono luoghi in cui è inevitabile che accada questo. Luoghi di afflizione peggiori di un carcere. E nel momento in cui si prevede che la detenzione possa arrivare a 18 mesi, la condizione diventa insostenibile. Bisogna vederlo per capire di cosa parliamo. La richiesta al governo è di entrarci in questi luoghi, di vederli e di andare verso un superamento e una chiusura di questi luoghi. Un conto è avere un tempo limitato prima del rimpatrio, ma qui ci sono persone che non verranno mai rimpatriate e vengono tenute in uno stato di prigionia“.
Garante dei detenuti di Roma: “Cpr luoghi disumani, vanno chiusi”
“Non c’è bisogno di aspettare le indagini per poter dire che luoghi come Ponte Galeria sono totalmente disumani. Non c’era bisogno di aspettare la morte di un giovane ragazzo per dire che questi posti vanno chiusi“, scrive in un post la garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone. “Siamo riusciti a parlare con un paio dei compagni di trattenimento di S.O. che si trovavano nel suo stesso reparto e con alcuni operatori. Domani riferiremo all’autorità giudiziaria quando abbiamo appreso”, prosegue Calderone. “I suoi compagni hanno tagliato la corda e provato a soccorrerlo chiamando gli operatori del centro – afferma nel suo post – Il ragazzo è stato portato in infermeria dove hanno effettuato le manovre di rianimazione in attesa dell’ambulanza. Quando il medico è però arrivato non ha potuto far altro che constatare il decesso”.
Se hai bisogno di aiuto o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, ricordati che esiste Telefono amico Italia (0223272327), un servizio di ascolto attivo ogni giorno dalle 10 alle 24 da contattare in caso di solitudine, angoscia, tristezza, sconforto e rabbia. Per ricevere aiuto si può chiamare anche il 112, numero unico di emergenza. O contattare i volontari della onlus Samaritans allo 0677208977 (operativi tutti i giorni dalle ore 13 alle 22).