"Si immagina la folla, le urla, gli autografi, i selfie? Quando mi svelerò, e sarà presto, diventerò un volto virale", ha detto lo chef famoso sui social a Corriere della Sera
“Si immagina la folla, le urla, gli autografi, i selfie? Quando mi svelerò, e sarà presto, diventerò un volto virale“: così parla Chef Ruffi. Chi è costui? Un personaggio social, almeno fino a oggi. Perché chef Ruffi, il cui volto è sconosciuto visto che indossa una maschera, sta per aprire un ristorante a Milano dove, spiega al Corriere della Sera, “faremo cucina italiana, pizze e piatti cinesi, con musica e spettacoli dal vivo”. Ora, il cuoco è definito da molti, Gambero Rosso in testa, “il peggiore del mondo”. “Ruffi, o cucina ruffiana, è una parola che andrebbe messa nel vocabolario. Come la senti ti viene in mente la cucina, le ricette, qualcosa associato al cibo. Ruffi insegna in modo molto speciale tecniche, ricette e ingredienti che alcuni non sapevano nemmeno che esistessero, anche se li mangiano tutti i giorni. Tipo il glutammato del dado, che adesso guai a mangiarlo. O ricette come la carbonara: da quando c’è Ruffi è rinata. In Italia non la mangiava nessuno, la vera. Fuori Roma a casa si faceva una volta ogni vent’anni, ora è scoppiata la carbonara-mania. Tutti esperti. La sanno fare anche i bambini, Ruffi qualcosa la insegna”, spiega. Insomma, un ristorante dove si mangeranno cibi preparati col dado (accade in tanti posti ma guai a dirlo), surgelati e precotti. Lui, Ruffi, è convinto che sarà il primo di una lunga serie di locali e sa già chi vorrebbe come clienti: “Inviterei grandi calciatori, quelli ti fanno pubblicità, mangiano anche le pietre e spendono molto. Poi arabi e russi, ti fanno fare i soldi e li freghi facile, pagano quanto vuoi e non danno fastidio. Al mio tavolo vorrei Elon Musk, papa Francesco, il coreano grassoccio, non ricordo mai il nome, ah sì, Kim Jong-un, e il cantante Morgan“.