È morto domenica 4 febbraio il fantino polacco Dominik Pastuszka che lo scorso giovedì era caduto da cavallo durante una corsa a ostacoli all’ippodromo San Rossore di Pisa. Il cavallo, War Brave, verso metà gara ha urtato un’ostacolo ed è inciampato a terra, il fantino invece è stato lanciato in avanti ed è caduto picchiando violentemente la testa. Pastuszka è stato portato all’ospedale in stato d’incoscienza e le sue condizioni sono state critiche fin da subito: ha riportato un trauma toracico e cranico che ha provocato un’emorragia cerebrale.

Il 35enne lascia la figlia di un anno e mezzo e la compagna che al momento dell’incidente stavano guardando la gara dagli spalti. Dominik Pastuszka era un fantino conosciuto ed esperto: nel 2023 aveva partecipato a 91 competizioni, aveva corso anche in altri ippodromi toscani. La gara dell’incidente, il Premio Oleandro, era la quarta corsa al galoppo sulla distanza dei 3.500 siepi. Pastuszka era diventato un grande fantino a Merano, dove fu chiamato più di 10 anni dall’allenatore Paolo Favero. La città dell’Alto Adige, che con il suo ippodromo di Maia Bassa è il tempio delle corse a ostacoli in Italia, era diventata la casa del fantino polacco.

A Merano erano stato soprannominato “Fortuny Man”, per la sua capacità di montare anche cavalli dal carattere complicato. Tra coraggio e sorrisi, è arrivato a conquistare grandi successi nell’ippodromo sudtirolese: dal Premio Richard con Big Riot al Premio delle Nazioni con Silver Tango. Il suo anno migliore era stato il 2020: a settembre a Merano aveva conquistato la sua prima tripletta. A ottobre a Milano, ippodromo San Siro, era arrivata la sua vittoria numero 100.

Nell’incidente di giovedì scorso è rimasto ferito anche il cavallo montato da Pastuszka, che è stato soppresso dai veterinari nelle ore successive. La onlus Italian Horse Protection ha espresso “profonda vicinanza” alla famiglia del fantino. Al contempo però ha condannato le gare ippiche: “Inaccettabile sottoporre gli animali a questo sfruttamento in nome delle manifestazioni”. E ancora: “I cavalli per loro natura e per caratteristiche etologiche non correrebbero mai in quei contesti”, questo sfruttamento “confligge con le caratteristiche naturali di questi animali e moltiplica il grado di rischio, sia per gli animali stessi che per gli esseri umani”.

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