E adesso Mirafiori si ferma. Per un mese intero, a marzo, sarà cassa integrazione per i 2.260 lavoratori dello stabilimento torinese. Le linee della Maserati e della 500 elettrica non si fermeranno completamente, ma lavoreranno su un solo turno. Lo ha comunicato oggi Stellantis ai sindacati. L’annuncio arriva in un momento in cui i rapporti con il governo e la casa automobilistica franco italiana sono surriscaldati. L’amministratore delegato Carlos Tavares ha rimproverato al governo di fare troppo poco per la difesa dei posti di lavoro nei siti italiani. In altre parole di dare troppi pochi soldi a Stellantis sotto forma di agevolazioni ed incentivi.
Il manager ha indicato quelli di Pomigliano e Mirafiori come i due siti più a rischio. Da tempo il polo torinese è in fase di ridimensionamento e di segnali di rilancio proprio non se ne vedono. Ai dipendenti vengono offerti fino a 120mila euro per lasciare il posto. “Un altro dato ultranegativo della fase che stiamo attraversando. Ci sono tanti segnali che ci fanno tremare i polsi”, afferma Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese. “Siamo molto preoccupati perché questa cassa integrazione si aggiunge a quella che già c’è. Quello che abbiamo non basta, serve un nuovo modello subito subito”, aggiunge Luigi Paone, segretario della Uilm torinese
Oggi John Elkann, numero uno della holding olandese Exor, primo azionista di Stellantis con il 14,3%, ha affermato che “Stellantis è impegnata al tavolo automotive promosso dal Mimit che vede uniti il governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme la transizione elettrica”. Elkann ha anche smentito che siano in corso valutazioni sulla possibilità di una fusione con Renault.