“Spero che la Lombardia non voglia girare la testa dall’altra parte di fronte al problema di persone afflitte da patologie irreversibili con sofferenze insopportabili e che chiedono – e che è già un loro diritto – di essere aiutate a vivere la vita senza soffrire”. Lo ha detto Marco Cappato, il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, al termine dell’incontro con l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Lombardia che il 7 febbraio deciderà sull’ammissibilità della proposta di legge sul fine vita. “L’ufficio di presidenza ci ha ascoltati ma non si sono sbilanciati in quelle che saranno le scelte” ha commentato Cappato ricordando che “altre regioni hanno giudicato ammissibile e hanno iniziato a discutere questa proposta e penso che sarebbe un fatto negativo se Regione Lombardia, diversamente, volesse giudicare inammissibile la nostra legge senza nemmeno discuterla”. La proposta di legge firmata da oltre 8mila cittadini e cittadine lombardi si limita “a dare tempi e procedure certe a persone che soffrono” ricorda l’associazione Luca Coscioni. “Oggi la situazione senza la normativa da noi suggerita è tragica – conclude l’avvocato Massimo Rossi – perché ci sono attese angoscianti per queste persone, attese che incidono sulla loro salute fisica e mentale”.
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