John Elkann smentisce, Renault no. “Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori. La società è concentrata sull’esecuzione del piano strategico Dare forward e nella puntuale realizzazione dei progetti annunciati per rafforzare l’attività in ogni mercato dove è presente, inclusa l’Italia”, ha affermato l’amministratore delegato della holding olandese Exor (primo azionista di Stellantis con il 14,3%). Renault invece “non commenta le voci e le indiscrezioni”. I responsabili della comunicazione della casa francese spiegano che “Onestamente non abbiamo alcuna informazione su questo argomento”. Voci di una possibile unione tra i due big dell’auto si rincorrono da qualche giorno. Fedeli alla massima “buy on the rumors, sell on the news”, ovvero compra quando circolano indiscrezione e vendi quando c’è la notizia, i mercati hanno spinto stamane le azioni di Renault. Gli analisti di Equita affermano che uno scenario in cui il governo francese supporta una fusione fra Stellatis e Renault non può essere escluso del tutto malgrado una tale operazione dovrebbe scontrarsi con i vincoli antitrust e coi problemi sociali legati alla duplicazione degli impianti francesi.
Lo Stato francese è presente nell’azionariato di Stellantis con una quota del 6,4% mentre in Renault detiene una partecipazione del 15%. Facile immaginare cosa significherebbe una fusione in termini di equilibri tra Francia e Italia. Il baricentro, già oggi sbilanciato a favore di Parigi (il peso di tutti i soci francesi è maggiore), lo diventerebbe ancora di più. Qualcosa potrebbe forse cambiare con un ingresso diretto nell’azionariato dello stato italiano, ipotesi di cui si discute in relazione a Stellantis. Renault e Stellantis si alternano nella posizione di quarto e quinto produttore di auto al mondo, un’eventuale unione proietterebbe il nuovo gruppo in vetta alla classifica davanti a Toyota e Volkswagen. “Non commento le indiscrezioni”, ha detto il ministro dei Trasporti e vicepresidente del consiglio Matteo Salvini che poi ha aggiunto “Con tutto quello che agli italiani è costata l’ex Fiat, l’attuale Stellantis è l’ultima che può imporre, disporre o minacciare”.