Matrimonio neo-nazista a Varese. Alessandro Limido, il presidente di “Do.Ra. Comunità Militante dei Dodici Raggi”, associazione varesina vicina al movimento skinhead, ha officiato il matrimonio di un militante del gruppo, celebrazione che si è immediatamente trasformata in una vera e propria parata di saluti romani. Il rito civile si è tenuto a Palazzo Estense, come riportato da Repubblica, cioè la settecentesca e prestigiosa sede del Comune di Varese, il luogo più rappresentativo e istituzionale della città lombarda. Limido in passato è stato condannato per apologia di fascismo, ma anche per associazione a delinquere finalizzata alla discriminazione razziale, etnica e religiosa.
A presenziare al rito c’era tutto il nucleo dell’associazione, una cinquantina di militanti che in una foto, si legge ancora su Repubblica, posano tutti insieme nel cortile d’onore facendo un saluto romano collettivo. Gesto a cui hanno risposto anche i neo-sposi. Dopo la cerimonia, infatti, i festeggiati sono usciti sul balcone che affaccia sul cortile e hanno alzato entrambi il braccio. Lei sollevando un bouquet di fiori, lui facendo il saluto nazifascista. A un certo punto, tra l’altro, gli invitati hanno improvvisato cori da curva, non solo in omaggio agli sposi, ma anche alla formazione neonazi. La formazione è infatti collegata anche ai gruppi Ultras di estrema destra del Varese calcio e alla tifoseria del basket.
L’associazione è stata indagata nel 2017, quando la Digos di Varese ha eseguito una serie di perquisizioni su mandato della Procura di Busto Arsizio. Gli episodi pregressi si collocano alla fine del 2016, quando sul Monte San Martino di Duno (Varese), poco lontano dal Sacrario eretto in memoria dei caduti partigiani, una trentina di militanti di Do.Ra. aveva dato vita ad una manifestazione commemorativa posizionando sul terreno una ‘croce tiwaz’ e una corona di alloro con i colori della bandiera nazista per ricordare i morti dell’esercito tedesco. Oggetto di indagine da parte della magistratura e della Digos era anche una petizione online, organizzata provocatoriamente dall’associazione a gennaio 2016 per “chiedere la messa fuori legge dell’Anpi”.
Dopo il matrimonio sono subito esplose le polemiche, e immediate sono state le reazioni da parte proprio dell’Anpi. Come riportato ancora da Repubblica, Vittore Brunazzo, segretario Anpi di Azzate, ha definito l’episodio una vergogna inaccettabile. Ester De Tomasi, Anpi provinciale di Varese, si è detta furibonda, anche nei confronti del sindaco Davide Galimberti, del Partito Democratico: “Delegare ad officiare un matrimonio un soggetto come Limido, pregiudicato e sotto processo… la trovo a dir poco una grande superficialità”. De Tomasi ha avviato delle verifiche per capire come sia stato possibile l’ “accreditamento” nuziale a Palazzo Estense di un gruppo neonazista. E se il consiglio comunale di Varese abbia o meno deliberato la mozione – come successo in decine di Comuni – che prevede il veto alla concessione di sale pubbliche a chi non sottoscrive una dichiarazione di ripudiare fascismo e nazismo.
Il presidente di “Do.Ra” nel 2013 aveva raccontato al Fattoquotidiano.it le ragioni per cui, secondo lui, a Varese si è creata una comunità così radicata al territorio e così attiva: “Molto probabilmente la città ha una sua identità molto marcata, una sorta di anima destrorsa. Molto probabilmente qui è più facile qui che altrove avvicinarsi ad un discorso radicale. Così siamo riusciti a diventare una delle piazze più importanti, la più grande tra le piccole realtà italiane“. E alla domanda su quali siano i loro ideali e il loro credo, aveva confermato la natura estremista dell’organizzazione: “Noi siamo schierati con la destra radicale, non quella di oggi, ma quella scomparsa. Molti seguono l’esempio di Hitler, altri di Mussolini, altri ancora di Franco. L’ideologia politica è quella”.
Foto d’archivio dei militanti di Do.Ra.