Dopo la decisione della Cassazione, che tra riqualificazioni e prescrizione, aveva di fatto chiuso la vicenda della Rimborsopoli lombarda. La Procura generale di Milano ha chiesto che venga emessa sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione anche per le ultime posizioni, che sono ancora a processo, di ex consiglieri ed ex assessori lombardi. L’inchiesta riguardava gli anni tra il 2008 e il 2012. L’inchiesta sulle “spese pazze” aveva fatto emergere che decine di politici si erano fatti rimborsare con soldi pubblici, per un totale di circa 3 milioni di euro in quattro anni, le spese più varie, tra cui soprattutto pranzi e cene.

Nel luglio del 2021 la Corte d’Appello di Milano aveva confermato la maggior parte delle 52 condanne per peculato emesse in primo grado. Ma la Suprema corte, nel novembre 2022, aveva azzerato, in sostanza, in parte per prescrizione in parte riqualificando le accuse e dichiarandole prescritte, le condanne del maxi processo. In secondo grado nel luglio 2021 erano stati condannati una quarantina di ex consiglieri lombardi. Poi, la Suprema Corte aveva riqualificato l’accusa di peculato in “indebita percezione di erogazioni pubbliche” per una parte degli ex esponenti della politica lombarda e aveva dichiarato per loro la prescrizione.

Erano state cancellate senza rinvio, dunque, le condanne, tra gli altri, per Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato (1 anno e 8 mesi in appello), per Renzo Bossi (2 anni e mezzo in appello) e per l’eurodeputato leghista Angelo Ciocca (1 anno e mezzo in appello). Per altri imputati aveva dichiarato prescritto il peculato perché commesso prima del dicembre 2009. Per altri ancora, una decina in totale, tra cui l’ex assessore Massimo Buscemi, aveva, invece, annullato con rinvio ad un nuovo giudizio di appello la sentenza di condanna di secondo grado. Ora ai legali è arrivata la comunicazione del sostituto pg Maria Pia Gualtieri che nel processo di secondo grado “bis” ha chiesto alla terza penale della Corte d’Appello di “dichiarare” il “non doversi procedere” nei confronti degli imputati per “prescrizione”. Dovranno decidere i giudici. L’udienza è fissata per l’8 febbraio.

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