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Emanuela Orlandi, si riaccende la pista della “tratta delle ragazzine”: spunta una lista della Questura di Roma con 177 ragazze scomparse nella stessa area e nello stesso periodo

La questione è stata affrontata ieri sera, nel corso del programma televisivo condotto da Salvo Sottile “Far West”, andato in onda su Rai Tre

di Alessandra De Vita

C’è una lista della Questura di Roma che non è stata mai troppo esplorata e che ci porta di nuovo alla scomparsa di Emanuela Orlandi. E lo fa lungo un tragitto che rientra in un’area che dista due chilometri e mezzo dal Vaticano, Stato di residenza della 15enne scomparsa il 22 giugno del 1983. Ebbene, questa lista comprende i nomi di altre ragazze e non poche, coetanee di Emanuela, svanite nel nulla all’interno di questo perimetro ristretto tracciato del cuore di Roma, nei mesi a ridosso o immediatamente precedenti rispetto al rapimento della Orlandi. La questione è stata affrontata ieri sera, nel corso del programma televisivo condotto da Salvo Sottile “Far West”, andato in onda su Rai Tre, con il supporto di un’equipe specializzata di criminologi.

Nel 1983 a Roma sono scomparse 177 ragazze e 34 di loro non sono mai più tornate a casa. Hanno un’età media compresa tra i 15 e i 16 anni, la stessa di Emanuela al momento della scomparsa e tra loro c’è anche la tristemente nota Mirella Gregori, sparita dalla sua casa in via Nomentana in un sabato pomeriggio del maggio del 1983, dopo che un ragazzo che disse di chiamarsi Alessandro citofonò a casa sua, chiedendole di incontrarla a Porta Pia. Gli inviati di “Far West” si sono messi sulle tracce delle ragazze scomparse.

A Primavalle hanno cercato tale Claudia Francucci, scomparsa nel giugno del 1983 e di Cinzia Cataudella, nata anche lei nel ’68 e sparita nel 1983. Alessandra Patrignani è un’altra della macabra lista, scomparsa nel gennaio del 1983 a soli 15 anni: l’anno e l’età sono due dati che ricorrono costantemente. La Francucci è morta nel 1983. In poche sono rientrate, altre no, risucchiate da un buco nero sconfinato. A Roma, lo staff di un centro di ricerca scientifica di “Ricostruzione delle scene del crimine” ha messo insieme le caratteristiche di tutte le ragazze scomparse nel 1983. “Le scomparse sono talmente tante numericamente – spiega tra loro il criminologo Franco Posa – in un’epoca ristretta e abbiamo localizzato una fase ancora più ristretta di poche settimane. Queste ragazze sono sparite in un tempo ma anche in uno spazio limitato”.

L’ultimo avvistamento di Emanuela Orlandi, in corso Rinascimento, davanti alla fermata del bus, è estremamente vicino dai luoghi in cui sono scomparse le altre ragazze e tra loro nessuna è mai più tornata a casa. La giurista Jessica Leone ha inserito in questa ricerca un ulteriore tassello: analizzando le denunce di scomparsa è comparso molto spesso il nome di un istituto, un C.I.D.D. (Centro italiano di difesa delle donne) indagato dopo diverse segnalazioni arrivate per minorenni che fuggivano dall’istituto. Queste ragazze venivano avvicinate e convinte a prostituirsi. Sullo scandalo dell’epoca è rimasto poco in termini di documenti, su cui poter indagare. Secondo un articolo del Corriere, una donna avvicinava queste ragazze e le adescava per strada per poi convincerle a trasferirsi a Palermo o a Milano per farle lavorare come prostitute. I gestori del centro non sono rintracciabili, compresi quelli che furono arrestati, ma resta che molte tra queste ragazzine non sono più tornate a casa.

“C’erano persone che adescavano le ragazzine per certi ambienti, di questo sono convinto, al di là della storia di Emanuela”, ha dichiarato ieri nel corso della trasmissione il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi. Questa pista della tratta delle adolescenti romane coincide con un’altra pista e con quanto rivelato a Pietro Orlandi da un uomo vicino ai Nar. Quest’uomo, che in base alle sue dichiarazioni avrebbe sorvegliato la Orlandi trattenuta in regime di segregazione a Londra in un appartamento dei Padri Scalabriniani fino al ’97, gli avrebbe anche confessato che nel 1983 era al servizio della Banda della Magliana che spesso gli ordinava, proprio in quel periodo, di prendere delle ragazzine e consegnarle a determinate persone. Insomma, alla stregua di un trafficante di adolescenti destinate a feste “particolari”. Ha aggiunto Orlandi: “Spesso ho incontrato persone anche all’interno della Chiesa che mi parlavano di festini con personaggi della Chiesa, dell’Esercito, della Procura. Emanuela potrebbe essere quindi entrata in un ricatto alle personalità importanti e potenti che erano coinvolte in questi festini”.

Certo la scomparsa di Emanuela ha segnato un’anomalia: dopo appena tre giorni a casa Orlandi c’erano i Servizi Segreti e il Papa dopo nemmeno 15 giorni fece un appello affacciandosi in Piazza San Pietro. Le altre ragazze non avranno senz’altro beneficiato della stessa attenzione perché semplicemente non erano cittadine vaticane e quindi le loro sorti erano poco significative, in termini di ricatto da sottoporre a qualcuno di potente. Le loro vite sono rimaste intrappolate per sempre nel tritacarne allestito tra i potenti palazzi romani, schiacciate in quel triangolo che il compianto Andrea Purgatori tracciava tra i tre poteri italiani per eccellenza: Stato, Politica e Chiesa.

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