Michele Fina, tesoriere del Pd in quota Andrea Orlando, tira fuori i libri appena comprati. Simona Malpezzi, coordinatrice dell’area di Stefano Bonaccini, approfitta dell’offerta, apre l’antologia di poesie e legge un brano di Eugenio Montale. Mentre a Palazzo Madama c’è la discussione generale sulla riforma della Giustizia, i senatori dem festeggiano così l’ospite appena arrivata. Che poi, caso del destino, è Alessia Morani, che fu responsabile Giustizia nel Pd di Matteo Renzi, una delle elette nel 2013 che il fu Rottamatore decise di lanciare nel firmamento della politica. Caso del destino, perché la ex deputata (e ex sottosegretaria al ministero dello Sviluppo Economico nel governo Conte 2), avvocata marchigiana, non è arrivata a Palazzo Madama per dare man forte ai colleghi nell’ostruzionismo contro le norme volute dal Guardasigilli Carlo Nordio, magari con qualche consiglio. No, è lì semplicemente per discutere della sua candidatura alle Europee. Non a caso, il suo appuntamento è con Alessandro Alfieri, il referente numero uno della minoranza. Che la accoglie con tutti i crismi. Riuscirà la nostra eroina a fare breccia nel cuore di Elly Schlein e a correre per Bruxelles nella lista Centro? A giudicare dall’accoglienza di ex compagni di corrente, ma anche del resto dei dem (Sandra Zampa la accoglie con baci e abbracci, per dire) sembrerebbe di sì.
D’altra parte, la corsa è complessa, servono tanti voti. Ma in fondo alla segretaria potrebbe far comodo un’operazione “unitaria”. Morani restò fuori dal Parlamento, dopo che Enrico Letta nel 2022 le aveva assegnato l’uninominale di Pesaro e un posto in lista nelle Marche in posizione non eleggibile. Pesò forse in quella valutazione – da parte del Nazareno – la vicinanza della deputata a Luca Lotti, che lei difese anche quando venne beccato a condizionare, insieme a Luca Palamara, le nomine di alcuni magistrati. Per le Politiche, lei preferì non correre senza certezze. Oggi è pronta a provarci comunque. Più volte ha attaccato Schlein e “i nostalgici di Conte” nel Pd. Chi lo sa che in questo momento in cui i dem sono pronti a fare il loro ennesimo congresso alle Europee, un profilo come il suo non torni utile.