La cantante porta all'Ariston “Fino a qui”: “Credo che le cadute facciano parte della vita di ognuno di noi e spero che questo abito possa adattarsi a chiunque lo ascolti e che possa dare un messaggio positivo a chiunque stia vivendo un momento di difficoltà”
Alessandra Amoroso sbarca per la prima volta al Festival di Sanremo con “Fino a qui”, scritto dalla stessa Alessandra con Takagi & Ketra, Federica Abbate e Jacopo Ettorre. Una ballad che parla di cadute, difficoltà che nella vita ci si trova inevitabilmente a dover affrontare, ma anche di come ci si possa rialzare. Nella sua prima conferenza stampa dopo più di un anno di silenzio, la cantante ha spiegato, con commozione, leggendo una lunga lettera raccontando cosa le è accaduto in questi mesi dopo la pericolosa deriva social di cui è rimasta vittima.
“Nell’ultimo anno io sono caduta e oggi sono qui a raccontarvi la mia versione di questa storia.- ha raccontato la Amoroso – Mi sono sentita sopraffare da situazioni che in 15 anni di carriera non mi ero mai trovata a dover affrontare e che non ero preparata ad affrontare. Una valanga d’odio mi ha investita da un giorno all’altro, e non parlo dei meme su cui ho sempre scherzato per prima, ma parlo degli insulti molto gravi e delle minacce di morte che mi arrivavano quotidianamente. Quella valanga è iniziata qualche giorno prima che affrontassi uno dei momenti più importanti della mia carriera, il mio primo concerto a San Siro, ero talmente concentrata su quello che non mi sono resa conto subito di tutto ciò che stava succedendo intorno a me”.
E poi ancora: “Subito dopo San Siro, l’adrenalina ha cominciato a scendere e parallelamente ho iniziato a percepire davvero quale fosse la gravità della situazione. Credo che il modo migliore per farvi capire quello che è successo sia farvelo in qualche modo vedere, per cui, anche se con fatica, vi leggerò alcuni dei commenti che ricevevo in quel periodo perché credo sia importante. E questo è ovviamente solo un piccolo assaggio di quelle migliaia di commenti che ogni giorno per mesi ho ricevuto quotidianamente e che ovviamente mi hanno ferita profondamente ma mentre dentro soffrivo, l’unica reazione che riuscivo ad avere verso il mondo esterno era la rabbia, sono arrivata al punto che nemmeno io mi riconoscevo più”.
“Mentre cercavo di capire come affrontare quell’odio che arrivava dal mondo social, – ha spiegato Alessandra – succede qualcosa che mi fa capire che ormai la cosa era andata oltre e il giudizio non era rivolto solo alla cantante Alessandra Amoroso ma si stava riflettendo anche su Alessandra come persona… Sono uscita un giorno a cena con la mia migliore amica a Lecce, una persona mi si è avvicinata e dopo aver scattato una foto insieme mi ha detto: ah, allora non sei così stronza come dicono! Io lì ho realizzato che tutto quello che stava succedendo stava cambiando anche l’idea che la gente aveva di me. Mi sono sentita messa all’angolo”.
Poi è accaduta la svolta: “Ho portato a termine il tour nei palasport con moltissima fatica perché in un momento in cui avrei voluto solo isolarmi e scappare via da tutto a causa di ciò che stava succedendo, dovevo ogni sera salire su un palco e trovare la carica per essere al meglio e dare tutto per rispetto del mio pubblico, per chi lavora con me e per chi mi ha sempre sostenuta. Quando però il tour e gli impegni che avevo preso sono finiti, mi sono concessa finalmente di non stare bene e ho deciso di allontanarmi, avevo bisogno di prendermi del tempo per ritrovare un equilibrio con la musica, con me e con gli altri”.
Alessandra ha deciso così di fuggire all’estero: “Sono scappata in Colombia e per tutto il periodo in cui sono rimasta li non c’è mai stato uno momento in cui mi sia detta di voler tornare, perché sentivo la necessità di stare lontano, era quello di cui avevo bisogno. Solo la mattina del 28 febbraio dopo una chiamata con il mio migliore amico, mi sono resa conto di dover tornare in Italia e affrontare tutto quello che avevo lasciato, lo dovevo a me e a tutte quelle persone che non hanno mai smesso di dimostrarmi il loro amore. Quando sono rientrata in Italia ho ripreso il mio percorso di psicoterapia, non è stato facile, ma piano piano mi ha aiutato a trovare una prospettiva nuova per vedere non solo me stessa ma anche il mio lavoro con quello che comporta ed è solo quando l’ho accettato, che mi sono riavvicinata alla musica”.
Poi la genesi del brano sanremese: “In quel periodo, mi hanno contattata Takagi e Ketra dicendomi che avevano una bozza di brano da sottopormi, siamo entrati in studio insieme a Federica Abbate e Jacopo Ettorre e piano piano che il brano prendeva forma mi rendevo conto che rappresentava esattamente quel mio momento: conteneva riferimenti a “L’odio”, film che tra le scene più significative ha quella in cui i protagonisti raccontano di un uomo che gettandosi dal 50esimo piano di un palazzo ad ogni piano mentre precipita si ripete “Fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene”; quell’immagine mi ha fatto venire un nodo allo stomaco. Ho preso quell’immagine, l’ho interpretata a modo mio e ho capito che avrei potuto darle un finale diverso da quello del film. Ho deciso che per quanto mi riguarda non conta la caduta,non conta nemmeno l’atterraggio, perché purtroppo non sempre si atterra morbidamente, la cosa che conta è come ci si rialza dopo una caduta e soprattutto cosa si decide di imparare da quella “caduta”… ed è così che è nata la mia “Fino a qui”.
E infine: “Credo che questo brano sia un po’ un abito che io mi sono cucita addosso e che esprime esattamente ciò che ho bisogno di dire in questo momento della mia vita, credo anche però che le cadute facciano parte della vita di ognuno di noi e spero che questo abito possa adattarsi a chiunque lo ascolti e che possa dare un messaggio positivo a chiunque stia vivendo un momento di difficoltà”.
“Oggi racconto i miei social in maniera ironica e auto-ironica – ha spiegato a FqMagazine Alessandra – ma con il focus sul mio lavoro. Che possa accadere di nuovo lo shitstorm? Ho le spalle forti. Non avevo gli strumenti per comprendere quello che mi stava accadendo. Oggi mi sento una persona nuova, ho imparato da quello che è successo, ho deciso di girare la testa e guardare quello che di bello ho accanto e nutrirmi di quello che di bello c’è”.
L’artista, che quest’anno celebra 15 anni di straordinaria carriera, tornerà live dal primo dicembre con “Fino a qui in tour”, 13 date nei palasport delle principali città italiane.