Quando Mahmood sale sul palco del Teatro Ariston di Sanremo succede qualcosa. Un po’ come re Mida quel che tocca diventa oro. Sino ad ora è successo e i dati parlano chiaro: due vittorie con “Soldi” nel 2019 e “Brividi” con Blanco nel 2022, oltre al trionfo a Sanremo Giovani nel 2018 con “Gioventù Bruciata”. “Tuta Gold”, in gara al Festival, promette già di conquistare le radio sin da subito. Anche se le sonorità sono diverse dai precedenti brani vincitori, la cifra stilistica di Mahmood nel racconto rimane immutata e, anzi, si fa ancora più matura. “La canzone è un viaggio tra il presente e il passato, – ha spiegato il cantante – l’ho scritta quest’estate dopo un rave di quattro giorni vicino a Berlino. Nasce fuori da una tenda condivisa con degli amici e parla di una relazione finita con dei momenti meno felici che una volta superati mi hanno permesso di diventare più forte. C’è il mio modo di raccontare la vita e i sentimenti. È un pezzo di strada, urbano, ma io non sono un rapper. Non è un caso che ho inserito tanti elementi personali come i riferimenti ai fiori e allo zucchero”. Mahmood è sempre attento alle sue esibizioni e anche stavolta punta ad alzare l’asticella: “Mi sto preparando molto, vi stupirò”. Bocche cucite sul resto. Nella canzone c’è una citazione del padre, come gài cinque anni fa in “Soldi”: “Ne parlo perché certe ferite l’ho superate. Nella canzone parlo anche di quando me le davano fuori da scuola. C’è il passato, come dicevo, ma anche il presente. Oggi mi percepisco più grande e più maturo, quei dolori li vedo solo come ricordi”. Insomma non c’è due senza tre per la vittoria? “Se vinco una terza volta, le persone a sto giro mi tirano i pomodori. Non ne possono più di vedermi”, ha risposto ironicamente Mahmood.
“Nei letti degli altri” è il titolo del nuovo album in uscita il 16 febbraio: “Ho scelto il riferimento al letto perché rappresenta lo spazio personale che sul letto si fa amplificatore di emozioni comuni. È un luogo e un simbolo in cui tutto accade. Quindi si dorme, si sogna, ma si rimane anche svegli a pensare, soffrire, amare, leggere, osservare e il tempo assume varie velocità. Poi nei confini del letto ci si confronta con se stessi e si esplorano i rapporti umani. Il microcosmo fatto di lenzuola e cuscini diventa una scenografia di vita, la metafora di una casa in cui potersi rifugiare, un posto sicuro in cui si sa che si può sempre far ritorno”. Tra le collaborazioni nel disco ci sono quelle di Tedua e Chiello nella canzone “Paradiso” e con con l’artista belga internazionale Angèle.
Per la serata delle cover la scelta è caduta su una delle canzoni più importanti di Lucio Dalla “Come è profondo il mare”, che vedrà schierati sul palco per la prima volta i Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu. “Ho voluto i Tenores perché i sembrava giusto anche che ci fosse un riferimento alle mie origini sarde di mia madre e alle mie. Poi la canzone di Dalla l’ho scelta perché è bellissimo un inno alla libertà di pensiero, che non può avere argini. Mi sembra un bel messaggio da portare a Sanremo”.
Foto Giulia Bersani