Salute

Covid, sono basito dalle intercettazioni sulla creazione delle zone rosse a Bergamo

Sono basito. Sono passati quattro anni ormai dal periodo più buio che la nostra sanità pubblica e la salute dei cittadini italiani hanno dovuto subire; ascoltare le intercettazioni telefoniche che sono frammentariamente, ma in modo inconfutabile, venute a galla mi fa, da cittadino e da medico, stare ancora male. Ancora di più perché ho la consapevolezza che molte cose che almeno si sarebbero potute e dovute fare per migliorare il sistema non sono nemmeno state ipotizzate.

Ma dirò di più. Anche alcune proposte semplici che più volte ho scritto su questo mio spazio nemmeno sono state prese in considerazione. Da nessuno. E loro continuano ad essere sempre a pontificare, a credersi nel giusto, a presentare libri prima ritirati in fretta e furia nel momento bollente.

Secondo una informativa dei carabinieri di Bergamo la mancata chiusura con zone rosse dei paesi della bergamasca più colpiti sarebbe stata voluta proprio dal governo Conte-Speranza: questo emerge dalla pubblicazione a puntate sul quotidiano La Verità di stralci di intercettazioni telefoniche scottanti. Dalle annotazioni degli inquirenti emerge che i vertici di Regione Lombardia “insistevano per interventi energici, il governo cincischiava”.

Il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori cercava di sensibilizzare i colleghi di partito Pd perché aveva appreso dal fratello Andrea, medico, che “se entro due settimane non ci sarà un rallentamento dei contagi, tutte le forze dovranno essere dirottate sul potenziamento degli ospedali”. Mentre lo stesso Gori al telefono al fratello diceva “Anche Fontana è su questa linea, al contrario di Roma”. Ma nello stesso tempo l’11 marzo 2020 citava un accordo fra Fontana e il numero uno di Confindustria Lombardia per cui “le grande aziende come la Brembo e la Tenaris devono restare aperte mentre le piccole e le medie dovranno essere chiuse”.

In Regione Lombardia, due politici di opposte fazioni (Gori e Fontana) erano a favore della chiusura – seppur con delle “selezioni” – mentre Roma contraria. Sono sempre più basito. Intanto negli ospedali i respiratori cominciavano ad essere utilizzati per fascia di età! Morti annunciati.

Ma le carte rimaste nel cassetto, visionate dai giornalisti del quotidiano che le sta pubblicando, fanno emergere anche cose peggiori di cui si è sempre vociferato ma di cui solo oggi si hanno trascrizioni virgolettate. Sembrerebbe che alti esponenti di grandi aziende bergamasche chiedessero un intervento diretto al Sindaco Gori che avrebbe dovuto fare un comunicato “in merito al problema dell’assenteismo degli operai” che ormai avevano paura di andare a lavorare. Certo l’interferenza politica era possibile anche grazie al fatto che la moglie del padrone di una di quelle aziende aveva contribuito con 50.000 euro alla campagna elettorale di Gori.

“Si capisce che il peso del donatore non era indifferente”, chiosano su La Verità martedì 6 febbraio 2024. E ancora. “Il capo della Brembo invece il 25 marzo 2020, in un’intervista al Corriere, pontificava: ‘Forse si poteva decidere, qui a Bergamo, il blocco totale una settimana prima’. Già, Peccato che lui ‘una settimana prima’ smaniasse per rimanere aperto”. Interessi economici e politici di parte, o di una parte. Non quella dei cittadini che subiscono il potere.

Tutto ciò mentre l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza presenta il copia-incolla del suo libro che venne abilmente ritirato da tutte le librerie durante la fase calda. Continua a suonarsela e cantarsela da solo, dopo aver cambiato casa editrice, in modo analogo a quel “copia e incolla” che abbiamo cominciato ad imparare per la mancanza del piano pandemico aggiornato grazie al lavoro preciso del dottor Francesco Zambon, alto dirigente italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si dimise dall’incarico.

Ma dimettersi invece di continuare a parlare? Certo il tribunale dei ministri non ha dato il via libera alla prosecuzione dell’inchiesta, ma il senso civico di considerarsi quantomeno inadeguato alla funzione pubblica? Ricorderò sempre le poche parole di Zambon riferendosi alla risposta italiana al Covid: “Improvvisata, caotica e creativa”. Mai parole sono state più appropriate visto che il Lancet in un articolo del 31 maggio 2022 ha chiarito che i paesi con piano pandemico aggiornato hanno avuto una migliore risposta alla pandemia. E noi avevamo un piano pandemico di decenni. Copiato e incollato.

Ecco perché sono certo che occorra non perdere la memoria. Ecco perché sono certo che occorra fare di tutto per cambiare il sistema. Ecco perché faccio mie le parole dell’avvocata Consuelo Locati, difensore delle famiglie che hanno perso i familiari, se non le generazioni, durante gli anni del Covid: “Queste puntate che sono state pubblicate hanno dato la prova inconfutabile della strage di stato. Queste verità ripagano tutto quello che in questi quattro anni ho affrontato, abbiamo affrontato”.

Ecco perché ho deciso, insieme a lei, di costruire e di mettere in onda sui canali audio un nuovo podcast intitolato “La bella e la bestia” che paragrafando il noto film vuole rendere edotto, puntata dopo puntata, l’ascoltatore che esiste ancora la possibilità e che si possa fare qualcosa affinché qualcuno di buon cuore possa finalmente liberare dall’orribile mostro la sanità pubblica. Ascoltateci qui. Ne sentirete delle belle (e delle bestie!).