Si sono svolti nel riserbo, all’interno della casa funeraria di Oaxaca, i funerali di Pamela Codardini, la 35enne italiana uccisa in Messico lo scorso 27 gennaio insieme al suo compagno Juan Yair Valdez Ruiz. La celebrazione è stata organizzata dalla famiglia del suo ex marito e padre dei figli, Roberto Alvarez, e solamente pochi amici e familiari hanno potuto partecipare. La rapidità delle celebrazioni fanno intendere che la polizia non indagherà oltre su questo caso, non è però escluso che il feretro rientri in Italia.
“Io ho saputo di questo funerale soltanto il giorno successivo – racconta il titolare del ristorante Kayuko’s e amico della donna Bryan Cardenas – ho saputo che era stata uccisa due giorni dopo che il fatto era accaduto. Chi non conosce il Messico deve sapere che qui sono i narcos a comandare, qualsiasi avvenimento porti la loro firma deve essere taciuto, i giornalisti vengono zittiti e la gente sa di doversene stare alla larga, senza fare domande”. Questo, secondo il ristoratore è il motivo per cui il primo articolo sulla sua morte è stato pubblicato con 2 giorni di ritardo e per cui il suo funerale è stato organizzato in fretta e furia e nessuno è stato avvisato. Infatti, la natura del duplice omicidio sarebbe legata ad un regolamento di conti nell’ambito del narcotraffico.
Le indagini, come riportate dal Corriere del Veneto, fanno emergere che la coppia è stata uccisa da una pioggia di proiettili calibro 223 all’interno del suo negozio di pipe e tabacchi “Mr Green The Smoke Shop”. Juan Yair, ex sicario legato al capo del cartello Los Medina, poco prima aveva chiesto alla donna di sposarlo e lei -come racconta l’amico- era felice di aver trovato l’amore e non vedeva l’ora di sposarsi. La coppia stava insieme da circa un anno. I due si erano conosciuti dietro le quinte di uno dei concerti della cantante messicana Alejandra Guzmán: lei lavorava come assistente personale della nota artista locale e lui come tecnico degli impianti.