“Il fascismo somigliava molto ad alcuni tratti caratteristici della nostra società, per questo motivo ebbe così tanto consenso. Mussolini diceva: come fai a non diventare padrone in un paese di servi? Quando mi dicono che c’è il pericolo del fascismo, io mi metto a ridere“. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che a Otto e mezzo (La7) esclude il pericolo incombente del fascismo in Italia, ma sottolinea: “A me preoccupa molto di più che tante forze politiche in questi anni abbiano cavalcato per esempio l’amore di una certa Italia per l’uomo forte e il salvatore della patria, che però non aveva più la camicia nera e l’orbace, ma spesso era un tecnocrate o un banchiere. Mi preoccupano il conformismo, l’incapacità del senso critico, il servilismo per i potenti di turno, il salto sul carro del vincitore, la cultura dell’ipse dixit, cioè lo dicono i potenti e quindi è vero”.

Travaglio continua: “Sono queste le cose che mi preoccupano. Non penso che tornerà il Duce o una sua fotocopia, ma penso che questa fascinazione per le scorciatoie, le vie brevi, le maniere spicce, sia sempre in agguato e l’abbiamo visto in tante occasioni in questi anni quando è stata compressa ai minimi la libertà di stampa e di espressione, senza che ci fosse nessun Mussolini. Anzi, spesso quando non c’era neppure la destra al governo”.

E aggiunge: “Come il professor Canfora sa, lo abbiamo vissuto negli ultimi 2 anni: ogni volta che ci azzardavamo a dire qualcosa che non andava al verbo atlantista, sono scattate le liste di proscrizione. Questa è la cosa più fascista che esista, ma non l’hanno fatta i fascisti. Il problema oggi – puntualizza – è che ci sono delle caratteristiche tipicamente autoritarie e illiberali, soprattutto da quando tutti si dicono liberali, che se le scambiano tranquillamente destra, centro, sinistra, tecnici e politici per insofferenza nei confronti dei controlli, delle critiche, della libertà di pensiero”.
Travaglio conclude: “Oggi c’è questa tendenza alla scomunica e alla prescrizione. C’è un fascismo molto più diffuso e molto meno targato e colorato. Ma è presente”.

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