Chiara Ferragni ancora nel mirino nonostante tutti i flash siano puntati sul palco del Teatro Ariston in occasione del Festival di Sanremo. Karim De Martino, ex collaboratore dell’imprenditrice digitale cremonese, in un’intervista a “Il Messaggero” ha sottolineato il suo merito. Quale? Aver dato un’immagine più professionale al blog di Ferragni dal titolo “The Blonde Salad”. Ecco cosa ha raccontato: “A fine 2009 inizio a lavorare al progetto con la Ferragni. Lavoravo sul blog, non sui social. In quegli anni, con la società di cui ero partner (Kiver), gestivamo le pagine social per Fascino, per i programmi della De Filippi, quindi Uomini e Donne, Amici, lavoravamo per la Sony, per la Warner, la Pausini, Tiziano Ferro, Zucchero, Francesco Renga. Facevamo social media management per il mondo della musica”.
E ancora: “Prima ancora di conoscere me era fortissima su Duepuntozero, la community di universitari milanesi. Lei era una dei top user, se non la numero uno di questa piattaforma, che era una sorta di Facebook prima che nascesse. Da lì ha aperto il blog, e quindi ha avuto la spinta di questo social network. Poi è nato Instagram (lanciato a fine 2010, ma ha preso piede successivamente in Italia). Lei è sempre stata al passo coi tempi”. Una consapevolezza, su tutte: la gratitudine nei confronti di Chiara. “Sono qua negli Stati Uniti grazie a lei, perché ho scoperto Los Angeles facendo viaggi di lavoro, a volte con lei e Riccardo. Chiara poi aveva comprato la casa qui e si era trasferita per un breve periodo. Non avrei la vita che ho oggi se non fosse stato per il mio incontro con lei”, ha dichiarato Karim.
Per poi specificare: “Quando leggo “non ha studiato” oppure “è tutto regalato” non è vero niente. Chiara, fin da quando aveva 18 anni, non aveva una vita privata. Faceva tutto per il lavoro: le foto, i servizi, il blog. Aveva una visione chiarissima di dove voleva arrivare, cosa voleva fare”. Poi, nel 2014, qualcosa si rompe: “La mia società, che si chiamava Kiver, è stata venduta alla Mondadori. Io sono uscito e mi sono trasferito negli Stati Uniti. Chiara si è sviluppata sui social, ma il mio lavoro era sul blog”. De Martino ha quindi specificato che lui ha interrotto i rapporti con Ferragni: “Non ci sentiamo da tanti anni. La vidi l’ultima volta prima del covid a gennaio 2020, era venuta qui a Los Angeles a presentare il film, il documentario Amazon. Abbiamo fatto due battute veloci, non ho un rapporto così stretto. Stupisce veramente l’aggressività e i toni che questa vicenda ha preso. Sembra che veramente tutta la gente che la amava adesso la odi con una forza che stupisce”.
Poi, l’analisi relativa alla situazione attuale: “Chiara non è più un’influencer. È un’azienda, un brand. Viviamo in una situazione in cui le persone pensano alla Ferragni e pensano a una star del cinema. Ma non è così. Se tu prendi Tom Cruise, è lui che è miliardario. Ferragni invece è un’azienda con 30 dipendenti. È difficile mantenere il controllo di quello che succede quando inizi ad avere una struttura piramidale in cui distribuisci le responsabilità”. Poi un paragone (forse troppo azzardato) con il mondo del calcio: “È come dire che trovi uno sportivo che usa il doping e allora il mondo del calcio è finito. Chiara Ferragni non rappresenta tutti gli influencer del mondo, non è l’unica content creator. È sicuramente una persona che ha avuto un successo, una celebrity e non più un’influencer, perché guadagna da contratti di immagine più che da quello che fa sui social”. E tra lo stupore della cattiveria anche nei confronti dei figli, delle sorelle e della madre De Martino ha concluso: “Rimarrà una persona che ha fatto la storia del mondo degli influencer marketing in Italia. Sarà ricordata come la prima e più grande influencer italiana. È sulla cresta dell’onda da 15 anni”.