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Emanuela Orlandi, la foto in esclusiva della collanina che indossava la ragazza il giorno della scomparsa: l’ha data a Pietro l’uomo che ha avuto contatti con lei

A Pietro Orlandi quest’uomo ha anche confessato di aver vissuto per anni nell’appartamento di fianco a quello in cui era segregata Emanuela Orlandi

di Alessandra De Vita

La telefonata - 2/2

Tutto coincide anche con quanto emerso in un’inchiesta di Andrea Purgatori. Il giornalista, scomparso da poco, intervistò una donna, dipendente della Sala Stampa Vaticana. Fu lei a prendere quella telefonata la sera della scomparsa di Emanuela Orlandi ma le fu detto di dimenticarsi di tutto, dall’allora direttore della Sala Stampa Romeo Panciroli. Quella stessa sera, il segretario Agostino Casaroli, che in seguito aprirà una linea privata per parlare con chi aveva notizie sulla ragazza che rispondeva al numero interno 158, era in Polonia con Papa Giovanni Paolo II che fu subito allertato sulla scomparsa di Emanuela dal Vaticano, alle otto – come emerso dalla stessa inchiesta – prima ancora che la famiglia si potesse allarmare per la scomparsa di Emanuela. A Pietro Orlandi quest’uomo ha anche confessato di aver vissuto per anni nell’appartamento di fianco a quello in cui era segregata Emanuela Orlandi in una struttura adiacente a un convitto dei Padri Scalabriniani, a Londra, nella stessa strada indicata sui famosi “cinque fogli” che racchiudono la nota delle spese sostenute dal Vaticano per il mantenimento della ragazza.

Fogli venuti fuori negli stessi anni, negli stessi giorni di Vatileaks. Perché questa persona avesse queste foto non è difficile immaginarlo. Avrebbe dichiarato che ne era in possesso perché quando lui ed altri sono stati coinvolti in questa storia, furono fotografate le cose di cui era in possesso Emanuela, i suoi effetti personali. “Era una piccola corda che lei aveva al collo, la aveva fatta lei stessa, era giallo rossa in onore dello scudetto della Roma”, ha detto Pietro Orlandi. Colori che le sono stati rubati insieme al suo futuro, quello di una ragazzina dedita alla sua famiglia, alla sua musica, alle proprie passioni. Dove sia oggi la collanina oggi è impossibile dirlo, ma di certo c’è che nel 2014 due persone vicine al Papa, hanno parlato su whatsapp di una cassa da spostare, in riferimento ad Emanuela, nei sotterranei della Basilica di Santa Maria Maggiore. Conversazioni di cui Pietro Orlandi ha gli screenshot, avvenute tra persone di cui ha fatto i nomi al Presidente del Tribunale Vaticano che un anno fa ha aperto la prima inchiesta e che si attende vengano interrogate dal Procuratore Alessandro Diddi.

La telefonata - 2/2
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