Cinema

La carovana di Cinemovel porta “Io Capitano” in Senegal con Matteo Garrone: “Intorno al cinema creiamo spazi di confronto e democrazia”

"È stato proprio il regista", racconta Elisabetta Antognoni a ilfattoquotidiano.it, "a immaginarsi il suo film, girato in lingua wolof, proiettato in Senegal con Cinemovel"

di Martina Castigliani

Portano il cinema dove non c’è più o dove non c’è mai stato. Hanno iniziato a girare con carovana e proiettore proprio in Africa e lì ora vogliono portare il film “Io Capitano” di Matteo Garrone. Un viaggio a ritroso, dove il flim candidato agli Oscar è stato girato, un ritorno che vogliono fare insieme al regista e gli attori. L’inizativa è di Cinemovel, fondazione che dal 1997 promuove il cinema ambulante come strumento di “conoscenza, scambio e sensibilizzazione, per contribuire allo sviluppo culturale, sociale ed economico dei luoghi che attraversa”. Il sogno è partire a metà aprile e per poterlo realizzare hanno lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma “Produzioni dal basso. “Questo film è importante per noi, per il Senegal e per l’Africa. Proiettarlo lì sarebbe molto bello”, raccontano gli attori Seydou Sarr e Moustapha Fall.

Il progetto si chiama “Vengo anch’io” ed è stato pensato con i protagonisti di “Io Capitano”. “È stato proprio Garrone“, racconta la presidente Elisabetta Antognoni a ilfattoquotidiano.it, “a immaginarsi il suo film, girato in lingua wolof, proiettato in Senegal con Cinemovel. È un film d’avventura che incrocia il tema della migrazione. È la risposta del pubblico al film e alle emozioni che suscita che interessa noi e il regista. Emozioni, sentimenti che non possiamo dare per scontati e che conosceremo dopo il viaggio”. “Io Capitano” mette in scena il viaggio dal punto di vista di giovani migranti “costretti a rischiare la vita perché non possono fare viaggi come i loro coetanei e per questo voglio definirli eroi contemporanei”, spiegò il regista a Venezia dopo aver vinto il Leone d’argento per la regia. Di questo e di molto altro Garrone e gli attori vogliono parlare in Senegal, prima e dopo le proiezioni, quando intorno allo schermo si crea la magia del confronto tra le persone. “La prima volta”, spiega ancora Antognoni, “che abbiamo illuminato uno schermo cinematografico in un villaggio africano è stato in Mozambico il 6 agosto del 2001. Con noi c’era l’Associazione dei cineasti mozambicani insieme a tante altre compagne e compagni di viaggio da allora non ci siamo più fermati. Cinemovel ha viaggiato per altri Paesi africani, ha percorso le strade europee e quelle italiane per promuovere l’accesso alla cultura portando il cinema dove non c’è più e non c’è mai stato e creando attorno al cinema col suo linguaggio universale spazi di confronto e di democrazia“.

L’itinerario è già pronto: si svilupperà su due direttrici, da Dakar a Thiès e in Casamance. “Ogni tappa”, spiegano da Cinemovel, “prevede la proiezione mattutina per le scuole e la proiezione serale per tutta la comunità. Monteremo lo schermo nelle periferie di Dakar, a Thiès, Mboro, Kolda, Sédhiou, Ziguinchor”. Il percorso è stato creato e sostenuto insieme a vari partner: ACRA, Amref Health Africa, Fondazione Munus, Fondazione Reggio Children, Ipsia, Mymovies.it. E ogni evento in programma servirà anche per visitare e sostenere le iniziative già realizzate sul territorio: “Nella città di Dakar è in corso il progetto Dakar Reve per il quale Fondazione Reggio Children e Ipsia, insieme a un largo partenariato, lavorano dal 2022 per rafforzare l’educazione alla sostenibilità nelle scuole e nella comunità più allargata”, continao gli organizzatori. “Alle porte di Dakar, nel quartiere di Guediawaye, operano Ipsia e l’Associazione Sunugal per l’emancipazione economica e sociale delle giovani donne”. E saranno infatti coinvolte anche la scuola di formazione professionale Sunugal e la cooperativa femminile Gis Gis che produce collezioni di moda etica: “Proietteremo il film presso un centro che aggrega i giovani del quartiere Rufisque, con cui ACRA lavora in un programma di partecipazione civile delle giovani generazioni”.

Dopo Dakar il cinema itinerante raggiungerà Thiès. “Faremo tappa nel liceo cittadino LANS, in collaborazione con Ipsia che da anni sostiene e accompagna l’Interclub di italiano di Thiès: un gruppo di giovani, appassionati della lingua e della cultura italiane, che partecipa attivamente al progetto Terre e Libertà, esperienza di volontariato internazionale”. Da Thiès verso Nord, la carovana di cinema itinerante si fermerà poi a Mboro. “Per Cinemovel un po’ un ritorno a casa”, spiegano ancora. “Dal 2010 al 2014, assieme all’associazione Aprosem Mboro Senegal, abbiamo realizzato Mboro Film Festival – il Festival della Comunità formando un gruppo di giovani, a cui è stata lasciata l’attrezzatura, per proseguire nell’attività”. Infine, da Mboro si ripartirà per la regione di Casamance e il cinema itinerante raggiungerà le comunità dove Amref Health Africa è presente con attività specifiche per le giovani generazioni. Nella regione di Sédhiou, incontreremo le ragazze del progetto Girls.Choice.Future, mentre nella regione di Kolda scopriremo le giovani e i giovani attivisti del progetto Power to Youth. Sempre in Casamance a Ziguinchor con ACRA che promuove in particolare i programmi migrazione e wash raggiungeremo con il cinema itinerante la popolazione locale”.

Grazie a Cinemovel il viaggio epico degli adolescenti eroi raccontati da Garrone può tornare in Africa. Un’occasione unica, magica, che solo il cinema è in grado di ricreare. E per presentare il progetto, la fondazione ha scelto come manifesto le parole che furono usate dal presidente onorario Ettore Scola: “Piccoli gesti: arrivare in un villaggio sperduto, non abituato a spettacoli cinematografici, montare uno schermo, tirare dei tiranti, far partire un proiettore. Sono tutti gesti sorprendenti per un pubblico sorpreso che immediatamente sposa questi gesti perché sente che sta per accadere un qualcosa, un’epifania, un accadimento che pochi minuti prima non c’era e che forse potrà anche cambiare la loro vita, anche in piccola parte”. E per realizzare quell’epifania chiedono un aiuto collettivo: “Più siamo e meglio è”, chiude Antognoni.

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