E’ saltata la candidatura del “pacifista” Boris Nadezhdin alle elezioni russe. La Commissione elettorale centrale ha infatti bocciato la candidatura del membro della formazione di destra ‘Iniziativa civica’ alle presidenziali che si terranno a marzo 2024. Per candidarsi alle elezioni, Nadezhdin aveva bisogno di raccogliere 100mila firme di cittadini russi entro la fine di gennaio, e il politico aveva ricevuto non solo i voti necessari, ma addirittura il doppio, quasi 200mila. La Commissione tuttavia chiede di presentarne non più di 105mila, cioè 5mila più del minimo, e quindi ha analizzato solo quelle, riscontrando irregolarità: il 15 per cento delle 105mila firme sono state ritenute non valide, alcune addirittura perché considerate “di persone decedute”.

Nelle scorse settimane migliaia di russi si sono messi in fila per sostenerne la nomina, come testimoniano le foto, ma il vicepresidente della Commissione elettorale russa, Nikolai Bulaev, già a inizio febbraio prima che le verifiche terminassero, aveva dichiarato che le autorità elettorali russe avevano riscontrato “errori sorprendenti”. Bulaev aveva infatti riferito che nell’elenco risultavano presenti le firme di “decine di persone decedute“, come riportato dalla testata online Meduza, a cui nei giorni precedenti una fonte vicina al Cremlino aveva detto di escludere che Nadezhdin potesse essere ammesso alle presidenziali vista la sua contrarietà all’invasione dell’Ucraina.

Nadezhdin – 60 anni, consigliere municipale nella regione di Mosca che nella sua carriera politica non si è mai fatto conoscere per iniziative particolari – ha anticipato l’intenzione di ricorrere alla Corte suprema contro il provvedimento e ha chiesto alla Commissione di estendere il termine per la presentazione delle firme, scaduto il 31 gennaio, per consentirgli di rimediare agli errori e cercare altre firme. “Decine di milioni di persone vogliono votarmi e voi mi venite a parlare di undici ‘anime morte’?”, ha detto. Ma la direttrice della Commissione Ella Pamfilova ha risposto negativamente alla richiesta dell’esponente politico.

La sua candidatura aveva inizialmente sollevato alcuni dubbi tra i politici dell’opposizione russa. Sebbene il sessantenne condanni pubblicamente la guerra in Ucraina, infatti, in realtà si oppone alle riparazioni e alla responsabilità collettiva dei russi e non accetta la possibilità di restituire all’Ucraina la Crimea, il Donbass o altri territori occupati. Ha inoltre promesso di non estradare né Putin né Strelkov per portarli davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja e, ad esempio, giustifica l’invasione della Georgia da parte della Russia nel 2008. Tuttavia, a gennaio, l’opposizione russa aveva raggiunto un compromesso e invitato i cittadini a votare per lui. Le elezioni si terranno tra il 15 e il 17 marzo 2024, e a questo punto – salvo imprevisti – non ci saranno candidati “no war”.

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