Protesta degli agricoltori? Il paradosso dei paradossi è che Salvini, che sta cercando disperatamente di salire sui trattori per la sua guerricciola privata contro la Meloni, è lo stesso che ha fatto una legge che condannerebbe fino a 6 anni di carcere coloro che bloccano le strade. Come al solito, fanno le leggi senza pensare che poi possono cascarci i loro amici “. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che, ospite di Tagadà (La7), ricorda i decreti Sicurezza di Salvini, che nel 2018 ha reintrodotto il reato di blocco stradale, ligiamente applicato per le proteste degli attivisti di Ultima Generazione e ignorato per le contestazioni degli agricoltori.

Travaglio aggiunge: “Non credo che il tentativo di Salvini di marciare alla guida dei trattori riuscirà, perché gli agricoltori non sono affatto stupidi e quindi dubito che si facciano strumentalizzare, targare e partitizzzare. Quello degli agricoltori è un movimento spontaneo, anche se poi molti cercano di metterci il cappello per tirare su qualche voto”.

Il direttore del Fatto spiega poi le ragioni della protesta dei trattori che definisce ‘sacrosanta’: “Vanno analizzate tutte le ragioni di questa contestazione: oltre alle politiche green e fiscali, nel mirino degli agricoltori ci sono i trattati commerciali come l’intesa tra Ue e il Mercosur, cioè l’accordo tra Europa e paesi sudamericani (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay),che però coi loro prodotti rischiano di invadere senza garanzie il mercato europeo. Ma c’è anche la guerra in Ucraina – spiega Travaglio – Immaginate un piccolo imprenditore agricolo che si sente dire che non c’è una lira nella nuova Europa tornata all’austerità e che si prendono 50 miliardi e le si mandano all’Ucraina, cioè a un paese che non solo non fa parte della Ue e della Nato, ma che gli agricoltori considerano un concorrente sleale perché, da quando c’è la guerra, abbiamo allentato i controlli sulla qualità dei loro prodotti”.

Travaglio ricorda che i primi agricoltori a protestare contro l’importazione dei prodotti agricoli ucraini sono stati quelli polacchi, che hanno chiesto il ripristino delle restrizioni commerciali con Kiev. E conclude: “Parliamo degli agricoltori del paese più filo-ucraino, peraltro. E non dimentichiamo il problema del Mar Rosso, cioè degli Houthi. Insomma, nelle proteste dei trattori, possiamo pensare al classico battito d’ali della farfalla che provoca l’uragano a distanze siderali perché tanti fattori impattano sui prezzi”.

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