Attacco al potere: il clou del sabato europeo di calcio offre Real Madrid-Girona e Bayer Leverkusen-Bayern Monaco, stesso orario (18.30), stesso scenario (sfida quasi decisiva per il titolo in Liga e Bundesliga), stesso copione (i due colossi di Spagna e Germania costretti a misurarsi contro chi vorrebbe scalfire, almeno per una volta, un dominio storico).

Al Bernabeu si partirà così: Real Madrid 58 punti, Girona 56. Il Barcellona, terzo a quota 50, non è ancora fuori dalla corsa per il titolo, ma deve sperare nel crollo delle prime due e non sbagliare più un colpo: situazione complicatissima per Xavi, liquidato con eleganza da Ancelotti qualche giorno fa, dopo l’ennesima insinuazione dei blaugrana sui favoritismi di cui gode il “madridismo”. Il quotidiano sportivo Marca definisce la sfida “la primera final de la temporada del Real”, la prima finale della stagione. Il recupero di Vinicius e Rudiger è una buona notizia per Ancelotti, che, come sempre, mostra rispetto e considerazione del rivale. Il Girona è la vera sorpresa della stagione europea. Fondato il 23 luglio 1930, il club catalano non ha vinto nulla nella sua storia. L’approdo nella Liga è recente: nel 2017, dopo 87 anni di calcio minore, i Blanquivermells, i Bianchi e Rossi, salirono finalmente sul grande palcoscenico. Il 23 agosto 2017, la svolta societaria: il City Football Group acquistò il 44,3% della proprietà. L’altro 44,3% appartiene al Girona Football Group, guidato da Pere Guardiola, fratello dell’allenatore del Manchester City: un affare in famiglia. Non è stato rose e fiori il percorso di questi sette anni: retrocessione in Segunda Divisiòn nel 2019, ritorno nella Liga nel 2022, dopo il 3-1 sul Tenerife nella finale playoff. Negli ultimi mesi, il boom: vetta solitaria della Liga dopo 7 partite a quota 19 punti e l’inizio del duello con il Real, il 10 dicembre 2023, l’apoteosi con il trionfo (4-2) nel derby sul campo del Barcellona.

L’exploit coincide con l’avvento di Michel, ex tecnico di Rayo Vallecano e Huesca, 48 anni, chiamato dai vertici del Girona nel 2021, con un mandato annuale e opzione per il rinnovo: di successo in successo, si è guadagnato il contratto fino al 2026. Michel è di Madrid. Non è contaminato dal Real perché la sua storia calcistica è legata al Rayo. La beffa è che salterà per squalifica la gara del Bernabeu dopo l’espulsione rimediata contro la Real Sociedad: “Vincere questa sfida ci darebbe un riconoscimento spettacolare a livello mondiale. Farebbe la storia. Tornare in vetta da soli sarebbe un risultato eccezionale, ma non sarebbe un’ipoteca per il titolo. Ritrovarci a questi livelli per noi è già un risultato straordinario. Il nostro obiettivo è l’Europa, ma ci giocheremo le nostre chance fino all’ultimo”.

Il Girona rappresenta una città, Gerona, adagiata al confine con la Francia. E’ considerata lo zoccolo duro della cultura catalana. Il capitano è l’attaccante uruguayano Cristhian Stuani, 37 anni, un passato nella Reggina. La star è l’attaccante ucraino Artem Dovbyk, 14 gol, in testa alla classifica cannonieri con l’inglese madridista Bellingham e l’ex romanista Borja Mayoral del Getafe. Dovbyk non sta benissimo, ma dovrebbe giocare. Il valore dell’intera rosa del Girona è di 223 milioni, un quarto del Real Madrid, quotato 1 miliardo. Ancelotti elogia i rivali, ma ricorda che non sono peones all’assalto dei ricchi: “E’ un club che ha risorse importanti e sta vivendo un momento di grande entusiasmo. Merita sicuramente la posizione attuale in classifica. Chi vince avrà un indubbio vantaggio per il futuro, ma il campionato non si decide mai a febbraio. L’assenza di Michel? Qualche volta noi allenatori esageriamo con le proteste, ma con un minimo di comprensione in più potevano permettergli di andare in panchina al Bernabeu”. Il tema del denaro non è irrilevante in casa Girona. Da un lato ci sono i giocatori con le loro aspirazioni, dall’altro è circolata nei giorni scorsi la voce che il City Group potrebbe cedere il club.

Il Bayer Leverkusen ha una storia più consistente rispetto al Girona: una Coppa Uefa (1987-88), una Coppa di Germania (1992), cinque secondi posti in Bundesliga e il ko subito nella finale di Champions nel 2002 a Glasgow contro il Real Madrid, 2-1 per i Blancos, con l’eurogol decisivo di Zinedine Zidane. Le “aspirine”, salite in Bundesliga nel 1979 e mai retrocesse, hanno da sempre alle spalle un colosso farmaceutico come la Bayer, che ha garantito stabilità e rigore nei conti, ma non è ancora riuscito a compiere l’ultimo salto, ovvero la conquista del campionato tedesco. La scelta di affidare la guida della squadra allo spagnolo Xabi Alonso, in carica dal 2022, si sta rivelando vincente: il Bayer gioca bene e ottiene risultati importanti.

In testa alla Bundesliga a quota 52, con due punti di vantaggio sul Bayern di Harry Kane (28 gol in 27 presenze per il centravanti inglese, 24 in campionato), il Leverkusen è imbattuto su tutti i fronti: qualificato agli ottavi di Europa League a punteggio pieno, è sbarcato anche nelle semifinali di Coppa di Germania. Il bilancio complessivo è strabiliante: 30 partite, 26 vittorie, 4 pareggi, 90 reti all’attivo e 22 al passivo. All’andata, il 15 settembre 2023, finì 2-2: il Bayer strappò il pareggio al 94’, con il rigore realizzato da Palacios. Il bomber è l’attaccante nigeriano Boniface, 16 centri tutto compreso: ha saltato la Coppa d’Africa per infortunio e non sarà in campo contro il Bayern. La valutazione della rosa è consistente: 566,5 mln. Thomas Tuchel, tecnico dei bavaresi, urla: “Il loro cammino è straordinario, ma andiamo a Leverkusen per vincere”. Alonso, indicato come favorito per la successione di Jurgen Klopp al Liverpool, è più defilato. Comprensibile, l’ex centrocampista del Real Madrid si sta giocando molto: il titolo della Bundesliga e il futuro nei Reds.

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