Lo strano caso della provincia di Trento: è in arrivo una legge che permetterà a 80 “sostituti direttori”, nominati discrezionalmente in passato dalla giunta tra funzionari ed assistenti, di diventare direttori con un concorso che conterrebbe elementi di opacità e di discriminazione nei confronti di altri concorrenti. Nel palazzo della politica sta girando un documento anonimo (inviato a numerosi consiglieri provinciali) che trae spunto da una sentenza risalente a poco più di un anno fa che aveva condannato l’amministrazione provinciale per una nomina avvenuta senza comparazione tra possibili candidati. L’anonimo, molto bene informato, è probabilmente un dipendente. Afferma che questa procedura è ormai una prassi e che i sostituti-direttori restano in quella carica per qualche anno, maturando titoli per i concorsi successivi, come quello che sta per essere varato.

Ad occuparsi dell’anomalo meccanismo, in una affilata interrogazione, è anche il consigliere Filippo Degasperi, del gruppo Onda, che denuncia: “Da tempo dichiaro di essere in grado di indovinare in anticipo chi saranno i vincitori dei concorsi, perché è già tutto deciso. Anche in questo caso: il ‘concorsone’ è confezionato su misura sui sostituti-direttori che sono stati scelti in modo discrezionale dalla giunta”.

Nel disegno di legge di variazione al bilancio di previsione della Provincia, che risale al 23 gennaio, viene proposto un bando per 80 posti di direttore che sembrerebbe favorire (per preponderanza dei titoli) quelli che sono già sostituti. Un funzionario di livello D con almeno cinque anni di servizio o un assistente amministrativo di livello C, con 8 anni di servizio, può essere nominato sostituto-direttore se il posto di direttore è vacante. Dov’è lo scandalo? Nel fatto che la nomina dei sostituti avviene senza alcuna effettiva comparazione del merito e che adesso, nel concorso per 80 posti di direttore (la metà di quel livello dirigenziale), sono inserite clausole che favoriscono i sostituti in carica. Non solo hanno una riserva del 15 per cento dei posti, ma un altro 30 per cento andrà a dipendenti interni, mentre le materie d’esame sarebbero orientate in tal senso.

Il bubbone è scoppiato dopo una sentenza della sezione lavoro del Tribunale che ha condannato la Provincia. Una dipendente aveva presentato ricorso, sostenendo l’illegittimità della nomina di un sostituto-direttore, individuato in un’altra dipendente con qualifica inferiore, nonché minore anzianità ed esperienza. “La dipendente si era accorta che dal 2018-19 venivano assegnati incarichi di sostituto di direttore da parte della Giunta provinciale a dipendenti con inquadramento nella categoria D livello base o nella categoria C, quindi inferiore rispetto alla ricorrente” è scritto nella sentenza. Aveva così denunciato una pratica che non terrebbe conto del merito, perché il sostituto-direttore era stato individuato “senza preventivamente effettuare alcun interpello pubblico sul nominativo del dipendente a cui affidare l’incarico”. Una prassi adottata di concerto da parte dell’assessore e del direttore generale del dipartimento e censurata dal giudice. La Provincia autonoma era stata condannata a “rinnovare la procedura per il conferimento dell’incarico di sostituto direttore dell’ufficio di supporto giuridico amministrativo”, con un risarcimento a favore della ricorrente pari al 70 per cento della differenza con lo stipendio di sostituto direttore, oltre a 4mila euro di spese del giudizio.

Il seguito è farsesco, come ha denunciato il consigliere Degasperi in una interrogazione. “Quella sentenza non è niente di nuovo per chi segue i meccanismi che sovraintendono all’assegnazione degli incarichi di vertice in Provincia. È però interessante leggere che la dirigente generale Laura Pedron confermava ‘la volontà concordata con l’assessore Achille Spinelli di nominare la dott.ssa… appena possibile sostituto direttore’”. De Gasperi denuncia come la Provincia, dopo la scoperta delle procedure che hanno riguardato decine di sostituti-direttori, invece di applicare la sentenza in quel caso specifico, ha pensato di ricorrere a un concorsone per sistemare tutte le situazioni esistenti. “Vogliono sanare un meccanismo di favore che hanno creato e coltivato per anni”.

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