Fugatti ha firmato il decreto e nel giro di un amen l’orso M90, che girava nella Bassa Val di Sole, in Trentino, è stato ucciso. In segno di protesta una giornalista della Rai, Silvia Di Tocco, da sempre vicina alle istanze di chi difende gli animali, ha annullato il proprio servizio su Trento. E in tutta risposta l’azienda ha deciso di avviare nei suoi confronti un procedimento disciplinare. Il caso è esploso ieri, dopo che martedì 6 febbraio una squadra del Corpo forestale dello Stato, su impulso del presidente della provincia autonoma, ha prelevato e abbattuto M90. Animalisti e ambientalisti, criticando la scelta, hanno evidenziato come l’Ispra – l’organo scientifico del ministero dell’Ambiente – avesse indicato, come soluzione, l’allontanamento del plantigrado.
Di Tocco, dal canto suo, ha fatto obiezione di coscienza giornalistica: ha rifiutato di mandare in onda alcune interviste che aveva realizzato sulla mobilità del Comune di Trento. Il sindaco della città Franco Ianeselli ha immediatamente protestato con i vertici Rai e l’amministratore delegato dell’azienda, Roberto Sergio, ha chiesto alla Direzione Organizzazione Risorse Umane della Rai di aprire un provvedimento disciplinare. Come riporta il Dolomiti, peraltro, Fugatti sta valutando di procedere con una querela nei confronti della giornalista. Il motivo è che Di Tocco, in una serie di mail, informando l’amministrazione comunale che avrebbe boicottato il servizio sul progetto “Bike to work”, ha scritto – come denunciato dal Comune di Trento – che “la deontologia professionale le impedisce di dare ‘visibilità gratuita’ a una città capoluogo della Provincia guidata dal ‘mandante delle uccisioni degli orsi’, definito poi anche ‘assassino’“. Diverse le associazioni ambientaliste che hanno espresso solidarietà alla giornalista Rai.
Il centrodestra va all’assalto della legge sulla caccia con l’intenzione di stravolgerla per favorire i cacciatori. E gli animali? Saranno uccisi in numero ancora più elevato. Il tutto a discapito della biodiversità e della sicurezza pubblica.
Il Fatto Quotidiano lancia una petizione su IoScelgo (FIRMA QUI) per chiedere al Parlamento di fermare questa legge, che se approvata arrecherebbe un danno alla natura ed esporrebbe l’Italia al rischio di nuove procedure d’infrazione da parte dell’Unione europea. Dieci associazioni ambientaliste hanno già firmato la petizione. Si tratta di Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro Natura e Wwf Italia. Firmala anche tu, blocchiamo la legge.