La cantante inglese, voce degli Skunk Anansie, è ospite dei Santi Francesi nella serata del Festival dedicata alle cover
Il pubblico italiano la ricorda – forse – per la sua partecipazione in qualità di giudice alla nona edizione di X Factor dove lanciò, involontariamente, tormentoni come “Attacca” e “Para mia” (“Per me”, ndr). Di certo sono molto più numerosi coloro che ricordano Skin per i successi che realizzò con gli Skunk Anansie dalla metà degli anni Novanta fino al 2001, anno in cui la band si sciolse. Ora la ritroviamo a Sanremo, ospite dei Santi Francesi nella serata delle cover. Ma che fine aveva fatto?
A giudicare dal suo profilo, dove è seguita da 197mila persone, sicuramente non è diventata una influencer. Dopo la conclusione dell’avventura con la sua band, che è entrata nella storia del rock grazie a brani che hanno affrontato tematiche politiche e sociali, Skin, nome d’arte di Deborah Anne Dyer, ha avviato una carriera da solista pubblicando due album. L’ultimo è del 2006, anche se negli anni successivi ha continuato a incidere alcuni singoli. Poi la reunion con il gruppo e, come già detto, la partecipazione al tavolo dei giudici di X Factor. Da quel momento in molti hanno un po’ perso le tracce della cantante inglese.
Femminista e sostenitrice dei diritti LGBTQ+, Skin è molto attiva nel sociale e dopo la relazione naufragata con la produttrice Christiana Wily ha ritrovato l’amore con Ladyfag, scrittrice canadese e nota organizzatrice di party a New York. La coppia aveva annunciato le nozze nel 2020, ma ha poi dovuto rimandare per un buon motivo: Skin e la sua dolce metà sono diventate mamme, nel novembre 2021, della piccola Lev Lilah.
Tra gli ultimi progetti di cui si ha notizia va menzionata l’autobiografia It Takes Bloods and Guts, pubblicata nel 2020 e scritta a quattro mani con la giornalista Lucy O’Brien. Nel libro affronta, tra le altre cose, due eventi traumatici del suo passato: i pugni ricevuti dal primo fidanzato e l’aggressione subita da uomo mentre una sera faceva ritorno a casa. Una scelta che la cantante ha così motivato a Vanity Fair: “L’ho fatto perché volevo che la gente conoscesse l’origine delle mie canzoni, e alcune di queste sono nate proprio da quegli eventi traumatici. Credo possa essere d’ispirazione per le persone capire che i miei pezzi non sono nati dal nulla. Volevo mostrare il legame tra quello che mi è successo nella mia vita e i temi di brani come Hedonism, che sono molto importanti per me”.