La continuità didattica vale più della sentenza del Consiglio di Stato. I 387 docenti risultati vincitori delle prove suppletive dei concorsi banditi nel 2020 che in virtù della recente decisione di palazzo Spada rischiavano di vedere revocato il loro inserimento nelle graduatorie di merito, saranno “graziati” – almeno per il corrente anno scolastico – dal ministero dell’Istruzione e del Merito. L’annuncio è arrivato nel tardo pomeriggio di ieri dallo stesso inquilino di viale Trastevere: “Abbiamo attivato le opportune iniziative normative per consentire il superamento delle criticità dovute al mutato orientamento giurisprudenziale che renderebbe inutilmente superate le prove suppletive da parte di questi docenti”, ha spiegato il ministro Giuseppe Valditara.

Il caso è nato nei giorni scorsi quando i magistrati hanno deciso che la prova suppletiva per chi aveva il Covid non andava fatta perché la situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19, unitamente alle conseguenti misure adottate a tutela della pubblica incolumità, non risultavano sufficienti a superare i principi di contemporaneità e contestualità delle prove concorsuali.

I fatti risalgono al 2020, quando viene bandito un concorso ordinario ma molti docenti non riescono a partecipare perché contraggono il Covid e la normativa emergenziale impone l’isolamento. I candidati, con il sostegno delle sigle sindacali, ricorrono al Tribunale amministrativo regionale e ottengono lo svolgimento delle prove suppletive sul presupposto che l’impedimento oggettivo alla partecipazione alle prove di concorso non potesse penalizzare gli interessati.

A quel punto l’amministrazione predispone, in esecuzione delle sentenze del Tar, apposite sessioni suppletive delle prove scritte che si svolgono nell’aprile dello scorso anno ma allo stesso tempo con un “appello cautelare” ricorre al Consiglio di Stato che il 24 gennaio scorso con una sentenza afferma il principio dell’irrilevanza degli impedimenti soggettivi dei concorrenti, anche se causati da forza maggiore, annullando di fatto la decisione del Tar che aveva ordinato le prove suppletive.

A difendere i docenti scendono in campo le organizzazioni sindacali. La segretaria della Flc Cgil, Gianna Fracassi, interviene a gamba tesa definendo la sentenza di palazzo Spada “illogica e ingiusta in quanto determina l’assurda situazione in cui docenti che hanno superato un concorso pubblico e stanno svolgendo l’anno di prova con profitto, rischiano di essere licenziati come se nulla fosse”. Così Giuseppe D’Aprile della Uil scuola, che al Fatto nei giorni scorsi ha detto: “È paradossale che in una situazione emergenziale palazzo Spada applichi delle norme ordinarie tenuto conto delle disposizioni speciali che hanno caratterizzato il periodo Covid”.

A risolvere la questione nelle scorse ore è arrivata la parola di Valditara che ha “stracciato” la sentenza del Consiglio di Stato: “Abbiamo deciso di garantire la continuità didattica tenendo conto dell’interesse degli studenti. Considerata la complessità degli interessi coinvolti, l’amministrazione non procederà a risolvere unilateralmente i rapporti di lavoro di tali docenti nel corso del corrente anno scolastico”.

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