I fiocchetti rossi - 2/3
Il progetto musicale è nato in un bunker che è diventato, col tempo, una sala di registrazione. L’area, negli anni rimodernata e sommersa da graffiti, vinili e un ‘via vai’ di persone, non ha fatto altro che dare un’aura iconica al ‘fortino’ del collettivo. L’atipico studio dove ora vengono prodotte le canzoni, è stato fin da sempre concepito come un luogo di ritrovo ed aggregazione giovanile. Laddove si presentano delle mancanze quotidiane, il bunker è stata la soluzione per decine di ragazzi per distaccarsi da una realtà che, spesso e volentieri, viene percepita come carente di stimoli. Partiti con l’influenza del genere rap, i Bunker44 si sono presto fatti strada nel mondo dello urban-pop. La loro gioventù, annessa alla freschezza dei sound (e dei testi) proposti, ha fatto innamorare di loro il pubblico. Ora però, toccherà a Sanremo e alla pressione che, per forza di cose, comporterà. Un porta fortuna per ogni evenienza? “Portiamo con noi dei fiocchetti rossi realizzati dalla mamma di Ghera (il manager della band). Ci hanno fatto vincere Sanremo Giovani“, avevano svelato.