È il gruppo italiano più famoso nel mondo ha venduto 22 milioni di dischi, pubblicato 30 album con 5,7 milioni di ascoltatori mensili, sono gli artisti attualmente con più ascoltatori mensili su Spotify, di cui una buona parte proveniente dall’estero. Con questo curriculum i Ricchi e Poveri (Angela Brambati e Angelo Sotgiu) tornano in pompa magna al Festival di Sanremo con “Ma non tutta la vita”, scritto da Edwyn Clark Roberts, Cheope e Stefano Marletta, arrangiato da Merk&Kremont e Edwyn Roberts.
Come mai avete deciso di presentare “Ma non tutta la vita”?
Edwyn Roberts ci ha fatto sentire la canzone che aveva scritto, pensando proprio a noi con il testo Cheope e abbiamo subito capito che sarebbe stato un successo. È accaduto anche con altri nostri pezzi come, ad esempio, ‘Sarà perché ti amo’ che poi è diventato un successo anche fuori dall’Italia.
Qual è il messaggio che portate all’Ariston?
Buttati in pista, non perdere tempo e non ne far passare altro. Se ha una idea realizzala che sia di lavoro o d’amore. Questo è il momento.
Un monito anche per quei giovani ‘schiavi’ dei social?
Anche. Per fare tutte queste cose non c’è bisogno del cellulare. Se vogliono imparare delle cose possono anche farne a meno. Poi, certo, ormai tutti dicono cosa fare, ti danno consigli non richiesti. Si esagera, insomma.
Come state vivendo questo Sanremo?
Un po’ a fatica ma anche perché il mondo è cambiato. Una volta eravamo abituati a cinque interviste e due programmi radiofonici per la promozione ed era finito tutto. Oggi Sanremo è diventato ancora più importante con un palco bello e che mi piace molto. Quando abbiamo iniziato noi c’erano solo i fiori davanti. Adesso è tutto mastodontico con l’orchestra.
Come mai avete coinvolto Paola e Chiara per la cover?
Sono bravissime e forti. Hanno avuto in ritorno di fuoco con ‘Furore’ lo scorso anno e così abbiamo pensato di coinvolgerle per cantare ‘Sarà perché ti amo’ e ‘Mamma Maria’ per condividere con loro questi nostri due successi. Invece di prendere un collega, cantante solista o dei violinisti.
Avete aspettative alte per la classifica?
Non pensiamo alla competizione anche se è piacevole voler vincere e spiazzar, ma non ha importanza. Oggi essere su quel palco è già una vittoria.
Ci sono altri progetti in ballo post Sanremo?
No. Amadeus ci ha convocati all’improvviso, non ci siam preparati per niente. Quindi ci concentreremo sulla promozione del singolo e del tour.
C’era stata la reunion del gruppo prima della pandemia con grandi progetti discografici e live in ballo poi sfumati per la pandemia. Vi è spiaciuto?
Moltissimo. Franco (Gatti, scomparso nel 2022, ndr), che si era già ritirato, ci aveva fatto il piacere di unirsi a noi per un atto di affetto. Riuscimmo a strappargli la promessa di stare insieme a noi per un anno di lavoro. Poi è successo quello che è successo. Abbiamo continuato a fare tour e a lavorare con Franco che ci guarda dall’alto e ci sprona a continuare, ancora oggi.
Da quanto tempo vi conoscete?
Insieme abbiamo vissuto 56 anni di carriera mentre personalmente ci conosciamo da 60 anni. Siamo stati anche fidanzatini quando avevamo 16 anni.
E vi sopportate ancora?
Siamo come Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Ci viene molto naturale punzecchiarci, sbuffiamo, ci facciamo qualche scherzetto, ma poi finisce tutto lì. Ci infiammiamo per tre secondi e poi passa tutto.