Non fa nomi specifici, ma contesta genericamente tutto il Festival. È però evidentemente indirizzato a Ghali l’attacco lanciato dall’ambasciatore d’Israele in Italia. Con un post su X (l’ex Twitter) Alon Bar si scaglia contro l’edizione appena conclusa di Sanremo. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi”: scrive il capo dell’Ambasciata israeliana a Roma. Che poi aggiunge: “Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”.
Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile.
Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music…— Ambasciatore Alon Bar (@AmbAlonBar) February 11, 2024
Destra e sinistra con Bar – Una contestazione, quella di Bar, che diventa subito politica nel senso che la politica la rilancia subito, da destra a sinistra. “Spero che i vertici dell’azienda si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori, tenuto conto delle giuste proteste dell’Ambasciatore di Israele. La Rai non può vivere fuori dalla realtà”, dice Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della commissione di Vigilanza sulla Rai. Dal fronte opposto Piero Fassino del Pd ricorda che il 7 ottobre “Hamas ha massacrato centinaia di giovani che assistevano pacificamente a un festival musicale. E decine di altri ragazze e ragazzi di quel concerto sono tuttora ostaggi nelle mani di Hamas. Sconcertante che in un evento musicale come Sanremo nessuno lo abbia ricordato, mentre non è mancato chi ha usato la parola genocidio contro Israele“.
Il #7ottobre #Hamas ha massacrato centinaia di giovani che assistevano pacificamente a un festival musicale. E decine di altri ragazze e ragazzi di quel concerto sono tuttora ostaggi nelle mani di Hamas. Sconcertante che in un evento musicale come a #Sanremo2024 nessuno lo abbia…
— Piero Fassino (@pierofassino) February 11, 2024
Verdi e Sinistra col rapper – Si schierano a sostegno del rapper milanese Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. “Chi attacca Ghali dovrebbe interrogare la propria coscienza. Ghali non deve chiedere scusa, ma deve essere applaudito. A Gaza c’è un genocidio che si sta compiendo nel silenzio colpevole di Europa e Italia. L’ambasciatore israeliano eviti di intromettersi e spieghi perché l’esercito israeliano sta compiendo un massacro inaudito contro la popolazione civile palestinese. Ma, come fate a dire che qui è tutto normale?”, scrive in una nota il co-portavoce di Europa Verde. “Stop al genocidiò da Ghali coraggio e verità. Grazie”, twitta invece il leader di Sinistra italiana. “Che l’ambasciatore di Israele si senta in dovere di intervenire sulle cose dette da un cantante mi sembra incredibile. Così si trasforma una tragedia in farsa”, è il post condiviso su X da Arturo Scotto del Pd.
Bisogna evitare commenti politici sul festival di #Sanremo2024. E’ uno spazio di libertà artistico e tale deve rimanere. Che l’ambasciatore di Israele si senta in dovere di intervenire sulle cose dette da un cantante mi sembra incredibile. Così si trasforma una tragedia in farsa.
— Arturo Scotto (@Arturo_Scotto) February 11, 2024
Le altre critiche – Ghali era già stato oggetto di critiche da parte della comunità ebraica di Milano dopo la prima serata. “Al festival di Sanremo, uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in scena una esibizione che ha ferito molti spettatori. Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre”, ha detto Walker Meghnagi dopo la prima esibizione del cantante, poi arrivato quarto nella classifica finale. “Non possiamo accettare che nella nostra Italia, nel paese dei nipoti di quanti hanno stilato le Leggi Razziali, si possa spacciare una tale propaganda antisraeliana, in prima serata, sulla televisione pubblica. Non col nostro silenzio. Le nostre sinagoghe e le nostre scuole sono circondate dalla polizia e dall’esercito, sappiamo sulla nostra pelle che la propaganda finisce per armare le mani dei violenti. E ci chiediamo, dove sono i vertici Rai?”, aveva continuato il presidente della comunità ebraica di Milano.
La prima replica – Ghali aveva replicato, spiegando che la sua canzone “affronta pure il tema della guerra, ma che non è conseguenza degli attacchi del 7 ottobre in Israele. È stata scritta prima, ed io mi sono chiuso in una bolla per fuggire dai pensieri”. “È necessario – ha poi aggiunto il rapper su Instagram – prendere una posizione perché il silenzio non suoni come un assenso. Se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere, allora ben venga. Non si può andare oltre”. A essere contestata era soprattutto una frase di Casa mia, la canzone arrivata subito dopo il podio, che recita: “Di alzare un polverone non mi va (va) / Ma, come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine / Con linee immaginarie bombardate un ospedale / Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane / Non c’è mai pace“.