Giovanni Barreca mi sembrava diabolico, avevo paura di lui. Parlava del diavolo, una volta spense la luce di una madonnina che avevo nel mio giardino, perché diceva che esisteva solo Dio”. Pascal Ballof è una vicina di casa di Antonella Salamone, assassinata assieme ai figli di 5 e 16 anni nella villetta di Altavilla Milicia (Palermo), strage per la quale è stato fermato Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime. L’uomo, 54 anni, ai carabinieri che aveva chiamato per confessare il massacro ha detto che voleva “liberarli dai demoni”. “È una vita che sentivo l’inferno in quella casa. I bambini non avevano i libri, è possibile che nessuno dalla scuola abbiano segnalato questo disagio?” dice la donna a pochi metri dalla villetta dell’orrore dove i Ris dei carabinieri stanno facendo i rilievi.

“Picchiava la moglie” – “Antonella Salamone mi raccontava che il marito, Giovanni Barreca, la picchiava. Lei non stava bene qui, voleva tornare a Novara. Era una persona gentile. Pensavo magari che Antonella un giorno lasciasse il marito e non che facesse questa fine”. Secondo la donna la 17enne sopravvissuta era “la figlia preferita dal padre”. La vicina racconta anche una ulteriore ossessione dell’uomo: “Per Giovanni Barreca i gatti erano il diavolo, me lo scrisse in un messaggio ricevuto col telefonino. Io amo i gatti, a casa mia ne ho settanta. Avevo paura per i miei animali”.

“Non sentivo mia nipote da una settimana, ho provato a chiamarla ma senza riuscire a parlarle – ha dichiarato Elisabetta Cassano (nella foto), nonna di Antonella Salamone – Litigavano ma non pensavamo potesse succedere questo. Frequentavano una comunità evangelista, ci tenevano molto. Non era violento, sicuramente sarà successo un raptus” ha spiegato insieme a Salvina Licata, zia della donna uccisa e data alle fiamme.

Il parroco evangelico: “Quello che è accaduto è lontano mille miglia dal nostro credo” – “Non frequentavano alcuna chiesa evangelica. Facevano incontri privati di preghiera e di letture delle Scritture a casa loro, credo con altre persone. Non avevano, però, un pastore di riferimento. Almeno così mi raccontò Antonella” dice sotto choc Gaspare Basile, pastore evangelico ad Altavilla Milicia. L’uomo, definito da chi lo conosceva come un fanatico religioso, seguiva la fede evangelica e il suo profilo su Facebook era completamente dedicato alla fede.

Basile aveva conosciuto la moglie dell’omicida, Antonella Salamone, perché frequentava la sua chiesa, poi la donna si era allontanata e i due si erano rivisti in Comune ad Altavilla. Il pastore, ora in pensione, lavorava al Municipio, la vittima faceva le pulizia di tanto in tanto al Comune. “Era una donna mite, amava il signore, credeva nella sua parola – spiega – La rividi e mi sembrò serena. Mi disse che si riunivano a casa con altre persone per pregare, nulla di più“. Il pastore conosceva l’assassino solo di vista. “Questa mattina quando ho saputo sono rimasto senza parole- racconta – Noi crediamo nella parola di Dio, predichiamo la salvezza e l’amore, condanniamo la violenza. Quello che è accaduto è lontano mille miglia dal nostro credo“.

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