Pochi film di Hollywood per Venezia 2024, ma soprattutto solo qualche briciola per le sale italiane da qui a fine anno. Alberto Barbera, si sa, è un signore dall’eloquio sempre molto elegante e sa girare attorno alle questioni senza svilirle. Ma il suo ultimo post su Instagram preannuncia una discreta sventura per il prossimo suo, probabilmente ultimo, Festival da direttore in laguna. “Ieri, ultimo giorno a Los Angeles. Terminata la visita annuale agli studios hollywoodiani e alle produzioni indipendenti, per mappare la situazione dei film che potrebbero essere pronti e disponibili per Venezia”, inizia Barbera mostrando la foto della celebre torre d’acqua con il marchio WB degli studios di Burbank. Anche se poi tempo due righe e cala il gelo: “Ovviamente è presto per avere certezze e confermarmi, ma una cosa si è capita. Che a causa del doppio sciopero dell’anno scorso, quest’anno ci saranno meno film destinati alle tradizionali uscite estive e autunnali”.
Barbera ricorda così che a risentirne saranno soprattutto le sale cinematografiche “proprio nel momento in cui il pubblico è tornato a frequentarle con assiduità”. Mezza riga più avanti ecco il tentativo di rassicurare i fan veneziani: “Ne risentiranno anche i festival del 2024? Solo in parte, perché per fortuna non sembrano mancare film d’autore, che sono l’oggetto privilegiato della loro attenzione. Ma ne sapremo di più nei prossimi mesi”. Ricordiamo peraltro che attorno a febbraio 2023 si consumò il primo vero scontro Cannes- Venezia con Barbera in un ufficio degli studios e Thierry Fremaux seduto in quello a fianco per contrattare all’ultimo sangue con Paramount ed Apple la presenza dell’ultimo film di Martin Scorsese, Killers of flower moon, poi finito sulla Croisette.
“Manca poco al primo, grande annuncio, quello di Cannes, che di solito giunge alla terza settimana di aprile. Per Venezia invece bisognerà attendere la fine di luglio. Buone visioni a tutti”, chiosa Barbera. Nei commenti si palesa molta fiducia nell’oramai collaudato direttore e selezionatore di Venezia, oramai però in scadenza di mandato al Lido e con l’arrembante sostituzione di Gianluca Farinelli che chiuderà il mandato della presidenza alla Festa di Roma, ma terrà in contemporanea a Venezia la carica di direttore della Fondazione Cineteca di Bologna.
Tornando infine alla probabile mancanza di titoli hollywoodiani di classe A per il pubblico in sala, sull’ultimo numero di Future Italia Entertainment il direttore Pier Paolo Mocci sottolinea alcuni dati che confermano le parole di Barbera. Mocci ricorda il “calo drastico del prodotto americano disponibile” per i prossimi mesi “in un mercato in cui il 60% proviene da lì e decreta le sorti dell’intero box office”. Per questo, spiegando che si tratterà di una crisi temporanea, assisteremo a più spazio “per tanti titoli da qualche milione di euro piuttosto che pochi da qualche decina”. I casi di Il ragazzo e l’airone e Perfect days lo stanno a dimostrare. Dato in temporanea controtendenza – il traino lo fanno i cosiddetti film d’essai invece dei blockbuster – che riporta in auge anche la monosala a dispetto delle multisale che quindi non riescono a diversificare il prodotto come d’abitudine negli ultimi venti anni.
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