A sei giorni dall’arresto nell’ambito di una inchiesta per corruzione, si è avvalso della facoltà di non rispondere Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro Vincenzo, davanti al giudice per le indagini preliminari di Roma nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. Convocati dal magistrato altri due indagati per cui come Visco Jr sono stati disposti gli arresti domiciliari: l’imprenditore con un passato in An, Pierluigi Fioretti, che anch’egli si è avvalso della facoltà, mentre l’avvocato Luca Leone avrebbe risposto alle domande del gip Maria Gaspari.
Secondo la procura di Roma Visco sarebbe stato un facilitatore, un “intermediario” con i membri delle commissioni per fare ottenere agli imprenditori le gare di appalto. Secondo gli accertamenti della Guardia di finanza e l’ipotesi degli inquirenti il gruppo avrebbe messo su un sistema illecito che aveva in Visco jr un punto di riferimento per potere accedere alle gare bandite da Invitalia, società in cui il 52enne operava prima di essere licenziato nell’aprile del 2023. Un “sistema di relazioni illecite diffuso” in cui nulla era lasciato al caso perché, come ammette intercettato uno degli indagati, “non siamo mica piottari”(nulla tenenti, ndr).
Visco sarebbe stato il “mediatore qualificato” in modus operandi in cui, stando alle indagini, nulla era lasciato al caso a cominciare da una telefono cellulare acquistato e, scrive il gip, “asseritamente destinato al Rup di gara quale remunerazione per compiere atti contrari ai propri doveri di ufficio ma in realtà in uso alla moglie di Visco”. Dopo la consegna del telefono sono state intercettate numerose conversazioni in cui Visco “manifesta la propria disponibilità ad agevolare l’aggiudicazione delle gare intervenendo direttamente sui pubblici ufficiali“. Alla luce di questa ‘disponibilità’, Favellato arriva a consegnare al figlio dell’ex ministro anche “una lista di gare da attenzionare con lo scopo di essere favorito nell’aggiudicazione” dicendosi pronto a “pagare”. “Pago il componente della Commissione – dice l’imprenditore senza sapere di essere intercettato – dimmi quello che ti devo pagare”.
In cambio l’ex funzionario pubblico chiedeva la “pasta”, ovvero “utilità in denaro”, o miglioramenti della propria posizione lavorativa. Su quest’ultimo punto nell’ordinanza è citata una conversazione in cui Visco jr parla della sua situazione in Invitalia. “Io lì ho un momento un po’ di tensione quindi se potete fa due telefonate a qualcuno che alza il telefono…chiama il mio amministratore…guardate Gabriele è bravo…perché sennò se non riesco a occuparmi e non posso andà a fa quello che interessa“.