“L’appello di Ghali allo stop al genocidio? Una cosa disdicevole di cui Amadeus e la governance del Festival sono spesso vittime. Il riferimento di Ghali al genocidio senza rappresentare nel suo complesso tutta la vicenda e senza far riferimento al 7 ottobre è stato fatto in maniera inopportuna e imposto alla scaletta del Festival“. Così Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Cultura della Camera, risponde a Lanfranco Palazzolo di Radio Radicale che gli chiede un parere sulle polemiche esplose dalle parole di Ghali nell’ultima serata del Festival di Sanremo.
Il meloniano si pronuncia anche su Dargen D’Amico, ‘reo’ di aver chiesto nelle due serate della kermesse il cessate il fuoco. Mollicone chiama il cantante ‘Dargent’, bocciando persino il suo outfit su input dell’intervistatore: “Presentare una tragedia come quella del conflitto israelo-palestinese in un contesto fuor d’opera e con un vestito sinceramente che abbassava le stesse parole proferite, anche qui non concordate e a iniziativa assolutamente autonoma, rientra non tanto nella sensibilizzazione internazionale quanto in una forma di narcisismo mediatico, pourparler. Io penso che questo sia sbagliato”.