di Felice Musicco
Siamo persone fortunate perché, a differenza del passato, possiamo fare tante scelte. Possiamo decidere chi votare e di non votare, come sempre avvenuto, ma siamo anche in grado di decidere cosa ascoltare, che libri leggere, che film guardare, che persone e trasmissioni seguire. Infatti, la tecnologia, con internet e lo streaming, ci apre la possibilità di vedere e ascoltare in diretta, ma anche e soprattutto in differita, le cose che riteniamo più interessanti; quando ci liberiamo dagli impegni familiari e lavorativi e possiamo dedicarci a noi stessi. Eventi, incontri, seminari, spesso gratuiti, a cui spesso si può anche partecipare, facendo domande, discutendo, approfondendo. Ma si può anche scegliere di ascoltare qualcuno, leggere un libro o guardare un film, anche divertendosi.
La trasmissione in diretta attraverso i canali televisivi, praticamente tutti politicizzati, ci offre tanta spazzatura, promozione di tutto, per esigenze politiche, di mercato e di share. Le esternazioni di Sgarbi e di tanti come lui, le storie di tragedie umane e/o di fatti irrilevanti, amplificati e approfonditi ad arte, resi sensazionali ed empatici per attrarre alla visione; e poi ancora informazione superficiale e di parte.
La scelta di non vedere Sanremo potrebbe essere motivata dal fatto che è una trasmissione leggera, priva di sostanza e contenuti, dove si mescolano insieme canzoni e argomenti seri, non capendo più dove inizia una cosa e dove finisce l’altra. Tutto quel che segue la moda del momento, attrae velocemente e fa ascolto (Sinner!), è condensata insieme, tra una promozione commerciale e l’altra, senza approfondimenti e senza nuove conoscenze, senza qualità; con l’eccezione forse di qualche bella canzone. A costi altissimi per i cittadini contribuenti italiani, con presentatori e invitati compensati con cifre astronomiche. Una trasmissione che ricalca il palinsesto quotidiano che oramai imperversa e che si può scegliere di non vedere, né in diretta e neppure registrata in streaming; i cui contenuti vengono utilizzati oramai soprattutto per fare ironia e like sui social.
Scegliere diversamente può essere una forma di protesta verso un sistema pubblico di comunicazione, informazione e spettacolo che si considera sempre più inaccettabile e superficiale, non adatto ai tempi, non rispettoso del contributo economico richiesto ai cittadini con il canone e le tasse. Abbiamo la fortuna di non essere fisicamente in guerra, ma per noi non sono solo echi lontani in questi tempi globalizzati; possiamo anche decidere di non amare volerci distrarre con così tanta frivolezza. La scelta di dedicare il nostro poco tempo libero alla visione dello spettacolo leggero sanremese è una possibilità ma non la sola, soprattutto se si prova a riflettere un po’ e si è stufi del conformismo e dell’indolenza dilagante.