Mentre in varie città d’Italia continuano proteste e cortei e la mobilitazione si estende alle Langhe, ogni partito di maggioranza fa il suo gioco per cercare di ingraziarsi i “trattori”. Il ministro di FdI Francesco Lollobrigida riceve ancora una volta di Riscatto agricolo, il movimento guidato dal toscano Salvatore Fais non convocato venerdì scorso a Chigi insieme a Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Alleanza Cooperative, e dice di essere al lavoro “insieme ai colleghi Giorgetti e Leo” su “una ulteriore proposta che garantisca nel modo più rilevante possibile gli imprenditori agricoli”. Poco dopo, fonti di maggioranza riferiscono che l’emendamento al Milleproroghe conterrà “oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50% dell’importo da pagare per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro”. La Lega, dopo un vertice ad hoc, aveva alzato il tiro chiedendo non solo una maggiore esenzione Irpef ma anche “controllo dei prezzi e costi di produzione” e un’accelerazione dei provvedimenti “per limitare i danni provocati dalla fauna selvatica”. Oltre a confermare “netta contrarietà ai negoziati dell’Europa con il Sudamerica”, ovvero il trattato con il Mercosur. Ma a sera pare accontentarsi di rivendicare l’allargamento dell’esenzione come una propria vittoria: “Grande soddisfazione per la determinazione del governo a rivedere il provvedimento sull’Irpef, così come richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini”.
Di concreto, al momento, c’è solo la messa a punta dell’atteso emendamento governativo, che estende almeno parzialmente lo sgravio oltre i 10mila euro di reddito e riguarda gli imprenditori agricoli professionali e i coltivatori diretti in forma individuale o in società semplice. “La dimostrazione dell’impegno massimo del governo Meloni e della vicinanza agli agricoltori in questi 16 mesi”, dice la velina di Chigi. “Un risultato, al di sopra delle aspettative, che certifica il raggiungimento dell’accordo all’interno della maggioranza, che si deve al lavoro congiunto dei ministri Giorgetti, Lollobrigida e Ciriani e del viceministro Leo, che si sono prodigati per reperire le risorse necessarie a coprire i costi della misura”. Ma le opposizioni sottolineano che la maggioranza è tutt’altro che unita: “I ministri vanno in ordine sparso e con posizioni contrastanti, stiamo assistendo a spettacolo indecoroso”, scrivono i capogruppo democratici nelle commissioni affari costituzionali e bilancio della Camera, Simona Bonafè e Ubaldo Pagano.
Le misure annunciate finora non erano bastate per far rientrare le proteste: per giovedì alle 15 è annunciata la presenza di 20mila persone sui trattori al Circo Massimo. Gli autonomi di Riscatto agricolo hanno presentato a Lollobrigida 12 richieste a partire da un tavolo tecnico permanente a cui partecipare in qualità di ‘uditori. Ci sono poi l’esenzione dal pagamento dell’Irpef e dell’Imu per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli, la determinazione del valore del costo di produzione, la revisione della Pac, il mantenimento delle agevolazioni sui carburanti, agevolazioni nell’accesso al credito, l’eliminazione dell’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni ed ogni forma di contributo volta a disincentivare le coltivazioni, la “reintroduzione dei voucher in agricoltura”, la possibilità di “regolamentare politiche di filiera verticali ed orizzontali tra allevatori ed agricoltori”. Dopo aver visto il sottosegretario al Masaf Patrizio La Pietra i rappresentanti degli agricoltori hanno parlato di incontro “importante e costruttivo”. La principale richiesta che avevano avanzato, quella della istituzione di un tavolo permanente di confronto anche con loro rappresentanti, è stata accolta.