I resti umani trovati in un casolare di Castelplanio, nell’Anconetano, sono di Andreea Rabciuc, la 27enne romena che viveva a Jesi ed era scomparsa nelle campagne della Vallesina il 12 marzo 2022. La conferma si è avuta grazie ai risultati dell’esame del dna arrivati in questi giorni, dopo l’autopsia e accertamenti specifici chiesti dalla procura di Ancona a un pool di medici legali.
La giovane è stata cercata in lungo e in largo per quasi due anni ma il suo cadavere era a meno di un chilometro da dove era scomparsa. La mattina del 12 marzo di due anni fa si era incamminata a piedi, lungo la via Montecarottese, tra Jesi e Moie, ha sempre sostenuto Simone Gresti, 44 anni, all’epoca fidanzato della ragazza e ora indagato per omicidio: era accaduto dopo un litigio tra i due mentre erano insieme ad alcuni amici. Sempre secondo la sua ricostruzione, Rabciuc se ne sarebbe andata senza il cellulare rimasto in possesso dello stesso Gresti che resta l’unico indagato dalla pm Irene Bilotta per le ipotesi di sequestro di persona, omicidio volontario, istigazione al suicidio e spaccio di droga. Gresti ha sempre respinto le accuse.
I resti sono stati trovati in fondo a una scalinata in una porzione inagibile del casolare, come se fossero caduti dall’alto. Su un trave del soffitto, un foulard legato potrebbe far pensare a un corpo appeso. Infine, su una tavola di legno, un messaggio scritto in modo scomposto con un pennarello: “Se lui non mi avesse preso il cellulare avrei chiamato mamma”. Elementi che potrebbero far pensare a un gesto volontario anche se gli inquirenti non escludono l’ipotesi di una messa in scena per depistare e lasciano aperto ogni scenario. Sono ancora attese una perizia calligrafica sul messaggio ritrovato nel casolare e l’analisi di un entomologo per comprendere se il corpo sia stato sempre nel casolare o ci sia stato portato.