Difficile comunque mantenere la freddezza e la lucidità quando, come nel caso del runner romano, ci si ritrova improvvisamente attorniato da tre rottweiler
Dei cani sbranano un uomo? Oltre a capitare raramente, “tendenzialmente la responsabilità è dell’essere umano”. Intervistato da Today.it l’educatore cinofilo Simone Parrinello, interviene sul caso dei tre rottweiler che hanno sbranato a Roma il runner Paolo Pasqualini. “Per me non è una questione di razze: penso che ogni padrone dovrebbe seguire un corso per capire cosa significa stare con un cane, un corso che aiuti a sviluppare quella sensibilità di base nel capire quali sono i bisogni del cane che poi variano da soggetto a soggetto”, spiega Parrinello che ricorda come un chihuahua non educato alla convivenza certo non può uccidere, ma relativamente alle sue dimensioni e spazi può diventare un problema di difficile soluzione tanto quanto un cane di grossa taglia. Difficile comunque mantenere la freddezza e la lucidità quando, come nel caso del runner romano, ci si ritrova improvvisamente attorniato da tre rottweiler.
“I comportamenti corretti sono purtroppo controintuitivi, ovvero l’esatto contrario di quello che facciamo spontaneamente”, continua l’educatore cinofilo. Prima regola, quindi: evitare il conflitto ed evitare di correre e scappare: “Bisogna reagire solo se messi alle corde (…) se dei cani vengono verso di noi con fare aggressivo la cosa migliore da fare è fermarsi e immobilizzarsi”. Due: evitare di sbracciarsi, perché si diventa subito un bersaglio. A tal proposito se si ha addosso uno zaino o una borsa lo si può lanciare lontano e vedere se il cane si distrae da noi e lo rincorre. “Un’altra cosa che si può fare è iniziare a muoversi lentamente evitando lo scontro frontale e mettendosi in una posizione laterale rispetto all’animale e tenendo le mani lungo i fianchi senza sbracciare o incrociando le braccia, mostrando una chiusura che potrebbe essere letta come una preparazione allo scontro”. Tecnica che vale per cani ma anche per orsi e lupi, conclude Parrinello. “Infine, non bisogna mai incrociare lo sguardo: nel mondo della comunicazione canina, girare lo sguardo rientra in quelli che vengono definiti segnali calmanti, è una gestualità che i cani utilizzano tra loro, ma possiamo applicarla anche a noi”.