“Per noi la priorità del cessate il fuoco umanitario è una cosa importante, va fatta però nell’ambito della sicurezza di Israele“. Lo ha detto il viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, prima di entrare alla Camera per seguire in rappresentanza del governo il dibattito sulle iniziative in merito alla crisi in Medio Oriente. Alla domanda se c’è un tema di proporzionalità della risposta dopo gli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, il vice di Tajani afferma che “gli Stati hanno diritti di difendersi e di fare anche la guerra secondo i principi delle Nazioni Unite ma nel rispetto del diritto internazionale e secondo me questo sta avvenendo. Esiste – spiega Cirielli – la Corte Internazionale di Giustizia che in base a prove può valutare il comportamento di tutti, da osservatori esterni forse il diritto internazionale sia stato rispettato meno in altri scenari in cui l’Occidente è stato impegnato”. E di fronte all’enorme numero di vittime civili in questi 4 mesi di conflitto, Cirielli replica: “Fossero 24mila e non 28mila sono sempre cifre inaccettabili, ma il tema vero è lo spazio: a Gaza vincono 2 milioni in uno spazio molto limitato, Israele sta perdendo anche molti soldati proprio perché non sta facendo bombardamenti a tappeto, se li facesse come la Russia in Ucraina ci sarebbero 200mila morti – e conclude – l’Italia sta facendo il ruolo solito dell’Italia di mediazione e di equilibrio per risolvere in maniera diplomatica e pacifica la cosa – ma, è il punto sottolineato da Cirielli, anche davanti ai timori di un intervento massiccio a Rafah – comprendo la preoccupazione di Israele di impedire che da quel territorio ci siano nuovi 7 ottobre”
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