“Attenzione, in questo momento vedo una Europa fantastica a dettare il menu, ma poi a tavola si siedono americani e cinesi. Buon appetito”. Così l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, relatore in un convegno organizzato dalla Rappresentanza della Ue in Italia, si congeda nel suo intervento non tenero sullo stato attuale dell’Europa.
Dalla frammentarietà decisionale alla soggezione delle scelte americani, Prodi sgancia diverse scudisciate all’attuale governance europea, a cominciare dalla guerra in Ucraina e dal conflitto israelo-palestinese: “Di fronte a questi due grandi eventi noi europei non abbiamo contato nulla. Per il conflitto israelo-palestinese, nonostante sia coinvolto il Mediterraneo e paesi a noi vicini, da parte nostra non c’è stato nemmeno un messaggio In Ucraina ci siamo schierati perché diretti dagli Usa. Ci siamo andati perché altri hanno preso le decisioni e ora siamo terrorizzati dal fatto che altri ancora possano cambiarle. Io vorrei sapere cosa succederà nel Consiglio Europeo, con le regole che abbiamo oggi, se Trump cambierà rotta sull’Ucraina“.
Poi si sofferma sulle parole shock pronunciate da Donald Trump a un comizio in Carolina del Sud, dove ha raccontato un aneddoto dei tempi in cui era presidente degli Usa: durante un incontro con il presidente di un paese europeo, gli avrebbe detto a muso duro: “Non paghi le spese militari della Nato? Sei moroso? No, non ti proteggerò. Anzi, incoraggerei la Russia a fare quel diavolo che vuole. Devi pagare”.
Prodi commenta: “Il problema è che sul piano militare Trump non vuole che spendiamo meglio, perché gli interessa una frammentazione dell’Europa. Se noi non abbiamo una unità decisionale, non abbiamo nessuna possibilità di andare avanti. E allo stato attuale abbiamo una tale divisione interna da renderci incapaci di qualsiasi decisione. Attenti, perché qui rischiamo di fare le elezioni europee attendendo quelle americane. È un grande errore, noi dobbiamo capire cosa vogliamo indipendentemente da quello che dicono Biden o Trump“.
Staffilata di Prodi anche all’Ungheria (“Il signor Orban urla e urla, ma ci sta benissimo in Europa“) e all’asse franco-tedesco: “Scusate, ma pensate davvero di voler fare un esercito europeo quando un paese da solo ha l’atomica o di fare una unica politica estera quando un paese solo ha il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza dell’Onu? Facciamo ridere. Però non ne veniamo fuori e ci troviamo davvero in un impasse, perché il diritto di veto ferma qualsiasi possibilità di decisione. Quindi, la battaglia in Europa, in vista delle prossime elezioni, è una: fine del diritto di veto”.
L’ex presidente della Commissione Ue auspica per l’Europa un ruolo diverso nella geopolitica internazionale, quello di mediatore. E non esclude che, anche in caso di unità decisionale europea, si possano prendere decisioni sbagliate. “Qui però il problema – sottolinea – è che ci siamo emarginati per non aver preso decisioni. Oh, ragazzi, ma siamo rimasti fuori dall’Iraq, dall’Afghanistan, dalla Libia. In Ucraina ci siamo andati perché altri hanno preso le decisioni. Sia chiaro”.