“Gli Usa stanno indagando su possibili crimini di guerra compiuti da Israele”. L’Huffington Post Usa pubblica così in primo piano una notizia che potrebbe confermare l’indiscrezione del Washington Post sulla possibile rottura tra Stati Uniti e Israele per i bombardamenti di Gaza. Seconda la testata online gli Stati Uniti hanno già avviato da tempo indagini “nonostante pubblicamente sostengano il contrario”.
Una notizia in attesa di conferme ufficiali che arriva a poche ore dalla dichiarazione il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby: “Troppi civili sono stati uccisi nel conflitto a Gaza. Siamo stati molto chiari su questo punto con Israele e stiamo lavorando per ridurre il numero delle vittime civili”. Da tempo Washington chiede e insiste con Tel Aviv perché la popolazione civile, dolorosamente provata da mesi di bombardamenti, abbia maggiori garanzie. L’ennesima telefonata c’è stata solo qualche giorno fa. Il presidente Usa, Joe Biden, ha chiesto “precise” garanzie per i civili e un piano “credibile” per i rifugiati di Rafah.
Nell’articolo della testata online si sottolinea che sono state tre le fonti che hanno confermato he “da mesi l’amministrazione Biden sta valutando possibili violazioni delle leggi internazionali. Al Dipartimento di Stato, alcuni funzionari stanno indagando sulle azioni di Israele a Gaza che potrebbero rappresentare delle violazioni. Si valutano anche abusi dei diritti umani che potrebbero violare la legge americana”. Notizia che arriva nel giorno in cui sarebbe stato approntato il piano di evacuazione così da poter procedere con i bombardamenti e l’operazione di terra a Rafah annunciate nei giorni scorsi.
Le indagini per accertare violazioni e crimini di uno degli alleati più aiutati dagli Usa, anche in termini di armi, si dovrebbero svolgere in modi diversi ovvero Washington cercherà di capir se Tel Aviv in qualche modo abbia commesso abusi dei diritti umani che violano la legge statunitense e se è stato violato il diritto internazionale. Lo scorso 26 gennaio la Corte dell’Aja non aveva archiviato le accuse contro Israele sollevate dal Sudafrica ma non aveva imposto la tregua. La giudice americana della Corte Joan Donoghue aveva detto: “Almeno alcuni atti sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio”. In sostanza, secondo i giudici dell’Aja, alcune azioni compiute da Israele potrebbero configurare l’atto di genocidio contro il popolo palestinese di Gaza. Allo stato però non c’è ancora un verdetto definitivo.
Il Dipartimento di Stato Usa, sempre secondo la testata online, sta valutando la condotta israeliana anche attraverso il processo di Civilian Harm Incident Response Guidance, un sistema formale per monitorare e potenzialmente sanzionare gli abusi segnalati che coinvolgono forze straniere e armi di origine statunitense. Uno strumento di vigilanza introdotto proprio da Biden. Un osservatorio con l’obiettivo di monitorare se i governi stranieri utilizzano armi fornite dagli Stati Uniti per danneggiare i civili.