“Non si affittano più slittini o altro materiale sportivo agli ebrei”. È la scritta inquietante riportata un cartello (scritto in ebraico) esposto fuori di un ristorante di montagna sulle Alpi svizzere. A riportare la notizia è stato il consigliere comunale di Zurigo Jehuda Spielman, che ha pubblicato sui suoi social, la fotografia dell’avviso posizionato a monte della stazione sciistica Pischa di Davos. Il testo recita: “A causa di vari tristi incidenti, tra cui il furto di uno slittino, non noleggiamo più l’attrezzatura sportiva ai nostri fratelli ebrei. Questo vale per tutte le attrezzature come slitte, airboard, scarponi, racchette. Grazie per la vostra comprensione”. Il titolare del locale, Ruedi Pfiffner (61 anni), ha spiegato che il cartello non c’entra niente con l’antisemitismo: “Certamente era scritto male e me ne scuso” ha detto ai giornali. Ma insiste: “Una piccola parte della società ebraica si è comportata male. Abbiamo dovuto chiudere a chiave le slitte perché una parte della società ebraica semplicemente le prendeva quando non eravamo lì”. “Non vogliamo più discussioni ogni giorno – continua la direzione del locale – ed eserciteremo il nostro diritto di decidere chi possa affittare le cose di nostra proprietà e chi no”. La decisione “non ha nulla a che vedere con la fede, il colore della pelle o le preferenze personali” aggiunge.

La Federazione svizzera delle comunità israelite ha annunciato che intraprenderà un’azione legale. Dal canto suo, l’ufficio stampa della polizia cantonale dei Grigioni ha spiegato che vi è il sospetto di discriminazione e incitamento all’odio. “Ho fatto finta di non saper leggere l’ebraico e ho chiesto se potevamo affittare degli slittini”, ha denunciato un cliente ebreo del ristorante, fortemente scosso per il messaggio.

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