Diritti

“Trattamento inumano e degradante”, 10 mesi di sconto sulla pena a un detenuto del carcere di Firenze-Sollicciano

Un detenuto della casa circondariale di Firenze-Sollicciano ha ottenuto uno sconto di 10 mesi, precisamente 312 giorni, per le condizioni sopportate in carcere. Ad accogliere la sua istanza è stato Il Tribunale della sorveglianza che ha riconosciuto le sue motivazioni ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Per il magistrato l’uomo, di origini sudamericane, ha infatti subito per otto anni condizioni di detenzione tali da costituire “un trattamento inumano e degradante” a causa delle pessime condizioni della casa circondariale.

La decisione ha innescato centinaia di ricorsi da parte di detenuti che denunciano di trovarsi da diversi anni in condizioni inumane nel loro carcere e per questo chiedono sconti di pena. In poco tempo è quindi partito l’effetto domino creato dal precedente giudiziario. Oltre duecento reclusi nell’istituto di Sollicciano, che da anni secondo le denunce di enti sindacati e associazioni versa in condizioni fatiscenti, hanno fatto lo stesso ricorso.

La maggior parte di questi, come racconta l’Ansa, ha attivato una causa collettiva con l’associazione L’altro Diritto mentre altri la faranno singolarmente con i propri legali. Tra questi c’è l’avvocato Elisa Baldocci, che ha assistito il detenuto sudamericano: “In tanti qui vincono questo tipo di ricorsi, ma nel caso specifico lo sconto di pena è notevole per il fatto che quell’uomo era stato recluso in quel carcere per diverso tempo, dal 2014 al 2022”.

Anni in cui la detenzione è stata “particolarmente gravosa se non, in casi sempre più frequenti, contraria ai principi di umanità della pena”, spiega il magistrato di sorveglianza nella sua ordinanza, che fa riferimento “alle generali condizioni del carcere di Sollicciano, notoriamente critiche”: ad esempio i problemi igienico sanitari, con le “sistematiche infiltrazioni di acqua” riscontrate dallo stesso giudice, il quale ha anche constatato “l’invasione di insetti” con morsi e punture ai detenuti. Tutto ciò nonostante la stessa direzione del carcere avesse effettuato, evidentemente invano, degli interventi di disinfestazione.