Passo indietro di una dei sette candidati alle prossime elezioni regionali in Sardegna finita nella lista degli “impresentabili” della Commissione Antimafia. La sassarese Maria Grazia Giordo ritira, infatti, la sua candidatura con “Sinistra futura” alle elezioni del 25 febbraio e si autosospende. Come sottolineato dalla Commissione parlamentare su di lei pende una condanna in primo grado dal Tribunale di Cagliari alla pena di 7 anni di reclusione per il reato di associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti. Al momento è in corso il secondo grado presso la Corte di appello di Cagliari. Giordo è ritenuta la cassiera della banda che, a Sassari, nascondeva la cocaina dentro i libri.

La candidata si scusa, pur rivendicando “il mancato rispetto del principio costituzionale della presunzione d’innocenza”, e si chiama fuori dalla campagna elettorale. “Nel 2018 sono stata coinvolta, mio malgrado, in una vicenda giudiziaria che ancora non è conclusa – spiega – mi sono sempre proclamata innocente ed ho fatto ricorso in appello per avere giustizia, non pensavo che questo fatto da solo implicasse una ‘condanna’ preventiva, visto che la nostra Costituzione prevede che una persona sia considerata innocente finché non sia definitiva una sentenza che la condanna”. Si scusa per aver creato imbarazzo alla sua lista e ad Alessandra Todde, candidata alla presidenza della Regione, mentre Sinistra Futura precisa che i vertici “hanno verificato, come previsto dalla normativa al momento della candidatura, il casellario giudiziario che risultava privo di qualsiasi annotazione”. “Nella considerazione che in questo momento storico e politico più che mai non debbano esserci ombre apprezziamo che la candidata si sia giustamente autosospesa dando un segnale chiaro e forte di trasparenza – spiegano da Sinistra futura, lanciando un invito agli altri impresentabili -. Non ci risulta che questa sia la prassi sia a livello regionale che nazionale. Dunque, auspichiamo che la stessa azione di Sinistra futura sia portata avanti anche dalle altre liste, che hanno dovuto affrontare la stessa problematica”. Al momento però dagli altri sei candidati impresentabili (con processi in corso che vanno dalla corruzione, alla tentata concussione, fino al traffico di droga e al terrorismo) non è arrivato alcun passo indietro.

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